Nella giornata di Zelensky a Roma, i siti del CSM e del Viminale finiscono sotto attacco: il collettivo NoName057 rivendica l’iniziativa.
Senza nome, ma con un passato: questo si riesce a dedurre andando a scandagliare i trascorsi del collettivo NoName057. Loro hanno attaccato e messo fuori gioco, come attesta la rivendicazione ufficiale, i siti del Viminale e del CSM. Entrambi presi di mira per qualche ora: la tecnica è particolare.
Si entra nel sito con lo stratagemma della moltiplicazione degli accessi. Risulta, quindi, che lo spazio sia necessariamente intasato per poi causare uno stallo di ore. Questo è successo nella mattinata in cui a Roma c’era il leader ucraino Vlodomir Zelensky che prima ha incontrato nuovamente Giorgia Meloni: il sodalizio politico con il Presidente del Consiglio italiano è rinsaldato attraverso parole di impegno e stima reciproca.
Viminale e CSM nel mirino degli hacker
Poi è la volta del viaggio dal Papa e i discorsi per la pace. Intanto il dispiegamento di forze era a tappeto. Una giornata speciale per Roma, tra nervi tesi e necessità. I problemi, tuttavia, non avvenivano per strada. Il peggio è successo fuori. Nei pc. Le strade portano a Roma anche sul Web: la Rete mette fuori causa o garantisce tante possibilità: dipende da come la si usa.
NoName057 sono gli stessi che mesi fa hanno attaccato le Ferrovie dello Stato e l’INPS, stavolta tocca a Viminale e CSM. Sempre a livello di connessioni e spazi Web. Dati, informazione, carte da girare alla mano migliore: l’ultima nella Capitale sarebbe stata un’azione sovversiva che serviva a mettere in subbuglio un sistema.
NoName057, un atto dimostrativo: doppio colpo
I controlli non sono bastati e il primo avvertimento è scattato: dopo qualche ora, tutto tranquillo. Tranne i dati: nei riferimenti di Viminale o CSM non manca nulla, significa che chi ha operato sapeva cosa guardare e cosa prendere. Dati, riferimenti e numeri: tre aspetti che, se messi insieme, sono molto pericolosi.
Anche perchè possono essere usati per ricattare o per contrattare. In un periodo di trattative tra Ucraina e Russia, questi attacchi sono un segnale chiaro: non si fa niente, almeno per ora. Il motivo è semplice: tutela, di dati, specifiche ed eventuali ripercussioni da evitare. Una cosa è certa: il messaggio è arrivato forte e chiaro.