Meloni dichiara guerra alle microimposte. Il Presidente del Consiglio taglia le tasse superflue: quali contribuzioni fiscali non vedremo più.
Meloni ragiona sulla riforma fiscale. Se alcune modifiche andranno messe in stand-by per motivi attuativi e tempi che non tornano, altre sono pronte per essere apportate ed è il segnale che qualcosa – nonostante tutto – per i contribuenti si sta facendo. Quel “malgrado”, che pesa come un macigno, è riferito al Def: il piano per uscire dall’inflazione e fronteggiare la congiuntura va rivisto, al netto delle correzioni in corso d’opera che arrivano dall’UE.
Per questo Opzione Donna e Quota 41 non sono sul tavolo: le rottamazioni restano l’unico baluardo di quel plateau di riforme. Nel frattempo, tanto per dare una lezione ai detrattori e mostrare che nessuno nella maggioranza sta con le mani in mano, al vaglio il Decreto Primo Maggio (che riguarda il lavoro ed entrerà in vigore a luglio) e qualche rifinitura sulle imposte.
Meloni, si taglia: via le micro-imposte, cosa cambia
Meloni taglia dove può: molto poco, ma meglio di niente. In un momento come questo dove ogni passo pesa più del dovuto. Non sono dello stesso avviso le opposizioni, ma tenere botta alle faide interne più gli scontri esterni, non è semplice. Mentre si discute su un nome condiviso per la Guardia di Finanza, parte il repulisti delle microimposte: tutte quelle tasse considerate di second’ordine che servono a contornare una serie di necessità burocratiche, da oggi, vanno via.
In primis la tassa sulle auto di grande cilindrata: il Superbollo saluta una volta per tutte, basta anche alle tasse legate all’intrattenimento. Via l’imposta sul biliardino che aveva fatto tanto discutere nel recente passato, prima che il dibattito sulla pandemia (che ora è solo un ricordo) prendesse il sopravvento.
Dalle parole ai fatti: i tempi di attuazione
Niente più autocertificazione – tanto per restare su termini familiari – per evitare 4mila euro di multa. Dato che la multa, per rullate e affini, facendo riferimento alla sintesi, non ci sarà più. Lo stesso vale per le imposte sull’Università, sia per gli esami che per la Laurea, e scuole secondarie. Stop agli esborsi per idoneità e Maturità.
Un taglio che vale 44 milioni di euro. L’Erario perde complessivamente 152 milioni di euro: “Uno sforzo sostenibile”, fanno sapere dal Governo. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti, dichiara che la lista delle tasse da cancellare è in via di predisposizione. I tempi affinché tutto questo diventi realtà dovrebbero essere di pochi mesi: la fase attuativa potrebbe, infatti, partire la prossima estate. Da settembre ci sarà, dunque, una nuova conformazione tributaria.