Gasolio rubato dai mezzi di Ama: ladri in azione con 300mila litri di rifornimento spariti. Le accuse per il furto sono gravissime.
Operatori e netturbini accusati di aver rubato gasolio dai mezzi dell’Ama. Sono queste le accuse mosse dalla Procura di Roma che ha visionato una consulenza tecnica, depositata agli atti, in merito all’inchiesta sui furti di carburante.
Sarebbero più di 2mila i dipendenti controllati dall’azienda, negli anni alcuni avrebbero fatto sparire qualcosa come quasi 300mila litri di rifornimento. Le precedenti inchieste avevano registrato già scambi di messaggi sulla questione.
Diverse persone avrebbero messo in atto la cosiddetta tecnica del risucchio. Si tratta di una modalità che consiste nell’inserire un turbo nel serbatoio del mezzo, risucchiandone l’aria, così da far fluire il gasolio nelle taniche utilizzate appositamente, ora però tutto si sarebbe evoluto e modificato in maniera da non lasciare evidenti tracce.
In questo caso, infatti, quattro operatori sarebbero stati licenziati per aver sottratto 1.500 euro di benzina, così da rivenderla o effettuare rifornimenti ai propri mezzi privati. Sotto l’occhio del ciclone anche le carte carburante.
La vicenda sarebbe andata avanti per un anno, poi l’Ama avrebbe scoperto tutto e denunciato gli episodi alle autorità competenti. Nel caso specifico, infatti, quattro persone sono state licenziate: si tratta di due tecnici, un operatore e un capo di zona. Proprio uno di loro avrebbe fatto rifornimento anche quando non era in servizio, così come durante l’orario di lavoro.
Ogni lavoratore possiede infatti una carta carburante, collegate ad un mezzo Ama, a cui è collegato un pin. In questo caso, infatti, esce il nome di chi fa rifornimento e l’orario delle operazioni effettuate. Adesso toccherà alla magistratura approfondire la vicenda e constatare le varie responsabilità.
Le indagini hanno appurato che l’azienda avrebbe pagato molto più di quanto dovuto sul fronte carburante. Un’anomalia dietro l’altra tale da avviare tutta una serie di verifiche. Alla domanda dell’azienda, circa un eccessivo consumo di carburante, gli operatori non avrebbero fornito risposte convincenti, da qui il licenziamento per sette operatori (lo scorso anno).
L’inchiesta ha scoperto 2.074 dipendenti infedeli che avrebbero rubato 240mila litri di carburante aziendale nel periodo 2017-2020. Passaggio della carta, pin digitato e via al pieno (se non oltre) per fini certamente non di lavoro.
Le indagini hanno scoperto che quasi un terzo dei dipendenti (quasi 7mila in servizio) avrebbero fatto rifornimento in maniera abusiva, alcuni rivendendo benzina o facendo uso personale. L’inchiesta del pubblico ministero Carlo Villani non si ferma e adesso per molti ci sarebbe l’accusa di peculato: diversi dipendenti hanno già patteggiato.
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