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Economia e Fisco

Buoni fruttiferi postali, una risorsa anche a maggio: cosa scegliere per non sbagliare

Published by
Andrea Desideri

La risorsa per il futuro sono i Buoni fruttiferi postali: cosa scegliere per investire in maniera sicura con tassi controllati. Le opzioni.

I Buoni fruttiferi postali si rivelano una risorsa in tema di investimento: il punto è proprio convincere gli scettici e questo espediente sembra essere il migliore, dato che i Buoni oltre a essere diversi dalle azioni canoniche (e meno vincolanti dei titoli in Borsa) riescono a mantenere una certa credibilità anche per il proprio regime.

Come funzionano i Buoni Fruttiferi Postali (ANSA)

Tasso fisso e non variabile, quindi meno soggetto a turbolenze e con una rendita sicura. Questo garantisce le Poste Italiane che si ritiene da sempre un’azienda sostenibile e con profonde possibilità di miglioramento non solo in ambito finanziario: in un momento simile è consigliabile, secondo quello che riporta il sito ufficiale in collaborazione con gli esperti di Proiezioni di Borsa, investire sul 3×2 e 3×3.

Buoni fruttiferi postali, quali prendere in considerazione

Due tipi di Buoni fruttiferi che hanno il tasso pari a 16 e 22%. Tutte percentuali di guadagno nell’ottica finale. L’importante è investire nei tempi previsti: più tardi si comincia e meno maturano i fondi, i quali hanno necessariamente bisogno di un periodo di stazionamento che coincide con i tempi di investimento e maturazione.

I BFP più consigliati (Screenshot Facebook)

Proprio per questo l’attesa, in un ambito del genere, non è un rischio ma un’opportunità perchè il capitale investito equivale a un tesoro da custodire destinato a moltiplicarsi. L’aiuto è nella variabile che normalmente sarebbe più rischiosa: quella di fine mese. Ogni trenta giorni, in qualche maniera, avviene l’incremento.

Mese dopo mese la mappa d’investimento cresce in relazione al capitale presentato. Naturalmente è possibile anche cambiare Buoni fruttiferi in corso d’opera e passare a un altro tipo di specifiche, le quali però non hanno effetto retroattivo. Vale a dire che, se sposto un capitale da un Buono all’altro, il tasso percentuale non ha valore retroattivo. Sugli investimenti a tasso precedente non influisce. I conti partono dal mese successivo all’inserimento del capitale. Appurato questo, il risparmiatore può gestire come meglio crede i propri risparmi determinando i passi più importanti anticipatamente.

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