Arrestata preside antimafia a Palermo: accuse di corruzione e peculato. Era stata premiata da Mattarella – VIDEO

Lo scandalo che ha investito la preside antimafia della scuola Giovanni Falcone del quartiere Zen di Palermo ha sconvolto tutti. Daniela Lo Verde, insieme al vicepreside Daniele Agosta e a una terza persona sono stati arrestati per corruzione

Nota per essere una tra le esponenti antimafia della Sicilia più note, eppure la preside Daniela Lo Verde, tre anni fa insignita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella addirittura del titolo di cavaliere della Repubblica, è stata arrestata per corruzione e peculato. La misura cautelare disposta dal gip di Palermo ha coinvolto anche altre due persone, suoi complici: il vicepreside della scuola intitolata al giudice Giovanni Falcone e Alessandra Conigliaro, responsabile dell’azienda tecnologica.

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Scandalo a scuola, arrestata preside antimafia a Palermo: con lei anche il vicepreside e una terza persona. (ansa) free.it

I tre arresti sono scattati questa mattina nell’ambito di una indagine coordinata dai pm della Procura Europea Gery Ferarra e Amelia Luise. Per i tre le accuse sono di peculato e corruzione. La preside, con la complicità del vicepreside Daniele Agosta anch’egli arrestato, si sarebbe appropriata del cibo della mensa dell’istituto scolastico, di diversi computer, tablet e iPhone acquistati con i fondi europei e destinati agli alunni.

Non solo, i due arrestati avrebbero detto il falso per ricevere finanziamenti Pon dichiarando attività extracurriculari fantasma. Inoltre, avrebbero preso accordi con un’unica azienda per le forniture di materiale tecnologico. La responsabile del negozio è stata arrestata.

Arrestata la preside simbolo della lotta alla mafia a Palermo

Alle prime luci di oggi, 21 aprile, l’operazione dei carabinieri intitolata “La coscienza di Zen-O” ha portato agli arresti domiciliari tre persone: la preside della scuola Giovanni Falcone del quartiere Zen di Palermo, Daniela Lo Verde, il vicepreside Daniele Agosta e Alessandra Conigliaro, responsabile del negozio autorizzato Apple “R-store”. I tre sono accusati di peculato e corruzione.

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scandalo scuola, arresta preside e vicepreside a Palermo. Accuse di corruzione e peculato (ansa) free.it

Le indagini investigative sono partite nel febbraio del 2022 e si sono concluse ad aprile 2023. Portate avanti dalla sezione Eppo del Nucleo investigativo di Palermo. A coordinare l’inchiesta sono i due procuratori europei delegati Calogero Ferrara e Amelia Luise dell’Europea public prosecutor’s office.

Nella nota ufficiale divulgata dagli investigatori, così come riporta anche la Repubblica, si legge: “I dirigenti scolastici in forza del loro ruolo di pubblico ufficiale, in maniera spregiudicata, avrebbero attestato falsamente la presenza degli alunni all’interno della scuola anche in orari extracurricolari per giustificare l’esistenza di progetti Pon di fatti mai realizzati o realizzati solo in parte”.

Cosa emerge dalle indagini. La nota degli investigatori

Gli investigatori hanno denunciato che: “è stato documentato come all’interno dell’ufficio di presidenza era custodita una cospicua quantità di generi alimentari nonché costosi dispositivi informatici destinati agli studenti che sarebbero stati costantemente prelevati dalla preside e dal suo vice per proprie ed esclusive necessità”.

E’ saltato fuori, così come riportato nella nota investigativa, anche un altro punto fondamentale dalle indagini che riguarda il canale preferenziale usato dagli accusati in modo stabile solo con un’azienda: “in forza di un rapporto correttivo volto all’affidamento di ulteriori e importanti commesse in cambio di molteplici illeciti attribuzioni di strumenti di ultima generazione. Le condotte dei pubblici ufficiale risultano gravi alla luce della loro completa adesione a logiche di condotta utilitaristica, della strumentalizzazione dell’azienda amministrativa e della vocazione a ritenere la pubblica amministrazione come un pozzo dal quale attingere”.

Riporta il quotidiano anche come dal provvedimento cautelare firmato dal gip di Palermo, a rendere il quadro giudiziario di quanto accaduto ancora più gravoso, il fatto che la preside Daniela Lo Verde ha sempre “alimentato la propria immagine pubblica di promotrice della legalità nonostante il quotidiano agire illegale e la costante attenzione ai risvolti economici della sua azione amministrativa, abbandonando di fatto l’esercizio del suo ruolo di controllo e di gestione finalizzato al buon andamento dell’istituto comprensivo Giovanni Falcone”.

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