Assicurazioni, svolta con la Legge di Bilancio. I risarcimenti hanno nuovi parametri soprattutto nel ramo Vita: cosa cambia.
La Legge di Bilancio ha cambiato i parametri su molte cose. Non ultima la conformazione delle assicurazioni: un’assicurazione – nello specifico – è un contratto che si fa con l’utente che diventa una sorta di investitore. Deposita un piccolo quantitativo di denaro in un fondo che levita nel tempo, la cifra si stabilisce anticipatamente, e viene introiettata a cadenza determinata. Questo succede con il ramo Vita.
Un’assicurazione sulla vita infatti funziona al pari di una specie di lascito testamentario: è necessario affinché la persona che stipuli questo accordo possa lasciare qualcosa ai propri cari in caso di decesso. Specialmente se la morte è prematura o inattesa. Nessuno aspetta la morte, ovviamente, è una cosa che capita improvvisamente per tutti ma è opportuno fare distinzioni in merito all’aspettativa di vita.
È nella natura delle cose che, se a stipulare un’assicurazione, è un uomo anziano o una donna anziana il capitale di partenza sarà minore. Dato che gli anziani – per natura – sono più prossimi al decesso. La situazione cambia con i giovani: chi inizia a gestire un’assicurazione nel pieno della condizione può avere numerosi vantaggi.
L’investimento minimo può dare interessi capillari. Più passa il tempo e maggiormente la cifra matura: la Legge di Bilancio – nella fattispecie – consente anche un incasso più largo. Non dal punto di vista economico, ma sul piano temporale. Può capitare, infatti, che ci si renda conto di un parente deceduto con l’andare del tempo.
Molte situazioni dimostrano che tanti decessi, specialmente per gli eredi, passano in secondo piano. Le storie sono molteplici e tutte diverse, per questo – al fine di evitare che determinate assicurazioni finiscano nell’oblio – il provvedimento ha esteso la forchetta di riconoscimento. Ora anche dopo 10 anni dal decesso di qualcuno è possibile attingere all’assicurazione.
Ovviamente servono i dovuti riscontri e perizie, perché il lascito – laddove sia confermato – è strettamente personale e imprescindibile. Quest’apertura serve proprio ad evitare dimenticanze e vizi di forma. La Legge di Bilancio pensa al futuro nella sua parte più delicata e, in qualche maniera, finale.
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