Strage Erba, il legale di Olindo e Rosa: “Vi dico le nuove prove e perché il processo è da rifare”

La strage di Erba potrebbe subire una clamorosa svolta dopo la presentazione dell’istanza di revisione del processo: per la tragedia sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi.

L’avvocato Fabio Schembri, legale che difende Rosa Bazzi e Olindo Romano, ha presentato una istanza per la revisione del processo che ha condannato i due coniugi all’ergastolo.

Olindo Romano e Rosa Bazzi
Romano e Bazzi condannati all’ergastolo per la strage di Erba (ANSA)

Si tratta nello specifico di possibili nuovi elementi che potrebbero aprire nuovamente un caso alquanto dibattuto. Analizzando la vicenda, infatti, ci sarebbero tre consulenze tecnico-scientifiche, relative all’aggressione subita da Valeria Cherubini, con tanto di due testimoni. Analisi anche sulle modalità della prima confessione dei due coniugi che si trovano in carcere.

Il caso

L’avvocato Schembri ha di recente rilasciato una intervista a La Stampa, elencando le prove per la riapertura del processo. Sono tre le conduzioni che dimostrerebbero, secondo il legale, come Olindo e Rosa non possano essere gli autori del delitto Cherubini, una delle vittime della strage di Erba.

La signora Cherubini fu l’ultima a essere aggredita, quando i primi soccorritori entrarono nella palazzina la sentirono chiedere aiuto. Le sentenze di condanna, per rendere compatibili la colpevolezza di Rosa e Olindo con la strage, hanno sempre affermato che la signora Cherubini ricevette tutti i colpi al primo piano, dove c’era la casa di Raffaella Castagna“, ribadisce nell’intervista al quotidiano torinese.

Bazzi Romano
I coniugi durante una udienza del processo (ANSA)

Schembri ribadisce che Valeria Cherubini venne colpita in maniera efferata e tale da provocare “una immediata perdita di coscienza“. Secondo quanto stabilito dalla sentenza, invece, Rosa e Olindo “sarebbero usciti dal portoncino per andare a casa loro, mettere i vestiti nei sacchi, pulire tutto, andare a Como e sbarazzarsi delle armi. Secondo noi chi ha compiuto la strage ha usato un’altra via di fuga dato che il portoncino era già presidiato da soccorritori e vicini“.

L’avvocato che difende i coniugi ha parlato anche della confessione dei due, avvenuta diverso tempo fa, con tanto di elementi riguardanti lo status di Olindo e Rosa che sono attualmente in carcere. Il legale cita delle perizie psichiatriche, con tanto di “riconosciuto ritardo mentale in Rosa Bazzi e disturbi personalità in Olindo Romano. Patologie che li rendono soggetti facilmente circonvenibili“, spiega.

Sarebbero emerse anche delle intercettazioni ambientali, indicate dall’avvocato come “mai considerate“, che attesterebbero un “dialogo fra coniugi e che per giorno dopo il delitto parlavano fra loro da innocenti. Quindici esperti dicono che quelle su cui si basa la condanna sono false confessioni acquiescenti dettate, magari involontariamente, dalle promesse formulate a Olindo“, ribadisce ancora una volta l’avvocato.

La tragedia

Tutto risale all’11 dicembre 2006 quando in 22 minuti furono uccisi con brutalità e ferocia, Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk di due anni, la nonna del bimbo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Quest’ultima arrivò nell’appartamento di via Diaz dopo aver visto le fiamme divampate. Il superstite fu Mario Frigerio, unico testimone oculare di quanto accaduto in provincia di Como.

Raffaella Castagna, Youssef Marzouk e Paola Galli
Raffaella Castagna, Youssek Marzouk e Paola Galli sono tre delle quattro vittime della strage di Erba (ANSA)

L’8 gennaio 2007 arrivò invece il fermo della coppia, con tanto di macchia di sangue trovata sull’auto di Olindo e il riconoscimento di Frigerio (indicò Olindo Romano ndr) come responsabile dell’aggressione.

Siamo stati noi“, ribadirono invece il 10 gennaio 2007 con una confessione che, a distanza di tempo, indicheranno come forzata e non intenzionale. Fatto sta che il carabiniere Luciano Gallorini, colui il quale raccolse le testimonianze all’epoca dei fatti, respinge le accuse formulate.

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