De Laurentiis sotto scorta. Il motivo sono le rappresaglie del tifo organizzato che, da qualche settimana, si schiera contro il Patron.
Apparentemente non c’è ragione, ma l’apparenza spesso inganna tutto tranne il tempo. De Laurentiis lo sa bene, dire che non si aspettava una situazione del genere sarebbe ipocrita, ma lo stupore arriva nel momento in cui le forzature prendono il posto dei festeggiamenti. Aurelio De Laurentiis non ha mai avuto un buon rapporto con la tifoseria: amore e odio, con propensione verso la seconda, a causa prima del mercato e poi dei prezzi esorbitanti per guardare una partita.
Gli anni scorsi veniva tutto a galla per via degli scarsi risultati – secondo la piazza – che facevano avvicinare il Napoli al sogno Scudetto senza toccarlo mai. Ora siamo passati dagli Scudetti persi in albergo, citando Sarri, all’attesa spasmodica per esultare: il Napoli ha praticamente corso da solo quest’anno, ma non basta a cacciar via l’astio.
I tifosi delle curve, infatti, da qualche settimana non incitano più la squadra ma cantano cori contro De Laurentiis coalizzandosi anche con altri ultras. Il motivo è semplice: non hanno gradito le scelte del Patron. Questo è cosa nota, meno evidente era – fino a qualche settimana fa – la volontà del Presidente di festeggiare lo Scudetto con un evento a numero chiuso.
Proporre una festa per pochi intimi, in un giorno così importante a Napoli, è pura utopia: lo sa bene il Presidente che però non molla. Inoltre c’è la questione prezzi, mai così alti. Gli ultras si sono stancati di pagare – dicono loro – uno sproposito. La condizione è chiara: il successo si paga, ma a quale prezzo?
I tifosi non ce la fanno più, senza contare che fino a poco tempo fa erano “blindati”. Le ristrettezze nel portare tamburi e striscioni sono state oggetto di critica, ma non è solo questo. Ormai è un braccio di ferro senza fine: le minacce non si placano e danno vita a un batti e ribatti che costa a De Laurentiis la necessità della scorta, per non incappare nella furia cieca degli ultras.
Il tifo organizzato sta vivendo un momento transitorio fra possibilità e faide. La riorganizzazione genera rappresaglie, anche per questo la festa del Napoli fa gola. I rischi ci sono, ma dovrà prevalere la gioia. L’assegnazione di una scorta al Patron, però, lascia presagire tutt’altro fra attesa e sgomento. Lo scontro (verbale finora) continua, con DeLa che non arretra: una scelta che sta pagando, ma il prezzo nel non farlo sarebbe stato troppo alto.
L’aria resta tesa, ma c’è tanto da fare sino a fine stagione. In primis portare a casa il campionato. Quindi occorre essere uniti. L’ha detto il Presidente De Laurentiis che è arrivato all’incontro previsto con una delegazione di tifosi: ciascuno ha spiegato le proprie ragioni, tutto concluso con un abbraccio collettivo.
Si torna a tifare, i sospesi però verranno sistemati successivamente. Una “tregua” necessaria. Non serviva altro. Per il momento. Subito dopo il trionfo si vedrà e gli aspetti da appurare sono tanti. La scorta al Presidente resta, così come il rimpianto per non essere riusciti a trovare un compromesso prima.
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