La tragedia di Julia Ituma ha lasciato tutti senza parole. Rimane la pista del suicidio ma la madre Elizabeth ha dei dubbi sul lavoro svolto dalla polizia turca in riferimento al cellulare della figlia: “Hanno cancellato tutto”
Dopo il presunto suicidio di Julia Ituma avvenuto nell’Hotel a Istanbul, le giocatrici coetanee della serie A di volley e tutte quelle dei campionati inferiori da oggi scenderanno in campo con la fascia nera del lutto al braccio. La tragedia accaduta qualche giorno fa lascia tutti, società e squadre, nell’angoscia più totale.
La Lega pallavolo serie A femminile, come riporta la Repubblica, in una nota ha specificato: “Sulla necessità di preoccuparsi del percorso di crescita innanzitutto personale e poi sportiva delle giovani atlete”.
Un messaggio di “mea culpa” arriva anche dal presidente della Igor Gorgonzola Novara, Suor Giovanna Saporiti, che ha detto: “ci sentiamo tutti sconfitti, per non essere riusciti a intercettare il disagio di Julia e per non avere avuto la possibilità di intervenire in tempo”. Nel frattempo la madre della giovane 18enne, dopo la visita in obitorio alla figlia, ha esposto le sue perplessità in merito alle indagini svolte dalla polizia turca.
Elizabeth, madre di Julia, è disperata dopo la notizia della perdita della sua amata figlia. Ha detto di non essersene mai accorta che la figlia avesse dei problemi personali. Poi, come riporta la Repubblica, aggiunge: “Lei non parlava di sé se non in termini positivi. E ora io sono piena di sensi di colpa. E io non ho capito niente di lei, ma lei doveva dirmi cosa le succedeva”.
“Avrebbe dovuto dircelo. Ma Julia ci dava un’immagine di serenità, come a Pasqua, quando mi ha chiesto un pranzo “come dio comanda”. Poi quella fuga di notizia arrivata al quotidiano turco che pubblica l’ultimo saluto sulla chat di gruppo Whatsapp della squadra di volley inviato dalla 18enne: un “Arrivederci” inviato la sera del tragico fatto. Ma mamma Elizabeth non sa nulla di questo messaggio.
Il telefono di Julia è stato sequestrato dalla polizia turca e successivamente consegnato al personale del consolato italiano a Istanbul. La donna spiega: “Io l’ho visto, ma era completamente vuoto. L’ho acceso, ma dentro non c’era più niente. Cancellati gli sms, la rubrica, e i messaggi WhatsApp. Anzi, sparita anche la app di WhatsApp. Non so perché, gli inquirenti hanno sicuramente copiato il contenuto per capire con chi ha parlato e chattato prima di morire. Ma voglio saperlo anche io, ne ho il diritto. Invece mi ritrovo un telefono vuoto”.
La Igor Gorgonzola Novara smentisce in un comunicato l’esistenza del messaggio di addio inviato da Julia Ituma alle compagne di squadre quella sera prima del suicidio. Una notizia “assolutamente falsa. Se così fosse stato, ne sarebbe rimasta traccia sui cellulari di molte persone, ma non c’è nulla”.
Stessa cosa per l’esistenza del ragazzo che avrebbe parlato e discusso a lungo con la pallavolista prima dell’insano gesto, e avrebbe mandato, successivamente messaggi alle compagne di si squadre volendo sapere come stesse Julia. Anche questo è sbagliato: “non esiste”. Quindi, resta la ricostruzione della polizia scientifica turca, che ha ispezionato la stanza n° 606 dell’Hotel al sesto piano dove pernottava Julia insieme alla compagna di squadra Lucia Varela rilevando le impronte sulla ringhiera della porta finestra.
Anche qui la madre di Julia alza un dubbio: “Mi hanno detto che la finestra è stata trovata chiusa”. Julia sarebbe uscita sul ballatoio rinchiudendosi alle spalle la finestra e si sarebbe poi lanciata di sotto. Se questa ricostruzione sarà confermata, non ci saranno dubbi sul suicidio.
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