Procede il processo per fare luce sulla morte di Saman Abbas, giovane uccisa a Novellara. Risulta decisivala testimonianza del giovane fratello della ragazza morta in provincia di Modena.
Il fratello di Saman Abbas, all’epoca dei fatti aveva 16 anni, risultando decisivo per lo sviluppo del caso e l’avvio del processo a carico di cinque persone appartenenti alla famiglia.
I carabinieri ascoltarono il giovane, scoprendo improvvisamente nuovi elementi riguardanti il caso della giovane morta, con tanto di audizione improvvisa e dedita “a raccontare tutta la verità“.
Il caso
Il giovane decise di parlare all’epoca dei fatti, iniziando a sciogliersi dalle paure e dai dubbi in merito alle possibili ritorsioni della famiglia. A raccontare la vicenda è il luogotenente Antonio Matassa durante una deposizione davanti alla Corte di Assise di Reggio Emilia. Il comandante del Nucleo operativo radiomobile di Guastalla ha di recente ripercorso il racconto del fratello di Saman Abbas.
Si tratta di un testimone chiave per fare luce sul delitto di Novellara. Inizialmente titubante, poi improvvisamente è crollato quel velo di paura. “A un certo punto quando parlava di lei (riferendosi alla sorella, ndr), si è come accasciato in basso, mettendosi le mani sugli occhi. Aveva gli occhi lucidi e gonfi e ha risposto con la voce tremula“, ribadì all’epoca il fratello di Saman.
Il giovane fu trovato insieme allo zio e successivamente trasferito in una comunità protetta. Continua intanto il processo con la Procura di Modena che indaga su cinque familiari della ragazza uccisa: si tratta del padre Shabbar Abbas, lo zio Danish Hasnain, i due cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz. Ancora latitante invece Nazia Shaheen, madre della ragazza uccisa. Il padre della giovane è in carcere, in attesa di estradizione dal Pakistan, zio e cugini dietro le sbarre in Italia, della donna non si hanno ancora notizie.
Le altre novità
Shabbar Abbas ha dato l’ok per la partecipazione al processo per l’omicidio della figlia, seppur in videocollegamento, ma i problemi sono ancora tanti. Ciò significa che la presenza video potrebbe slittare, con tanto di una nuova udienza programmata per il prossimo venerdì 21 aprile.
Sta di fatto che i militari si recarono subito dopo la scomparsa anche nel casolare diroccato, insieme ai cani molecolari, non trovando però nulla di rilevante. “Andammo lì a vedere: per struttura e distanza dalla casa familiare era quello che meglio si prestava a nascondere un corpo“, ha spiegato il luogotenente Antonio Matassa.
Lo scorso novembre, invece, lo zio di Saman indicò invece il luogo in cui trovare la ragazza senza vita. Tutto accadde durante la notte fra 30 aprile e il primo maggio, contando sulla collaborazione dei cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz.