Def, scoppia il caso: dubbi sul taglio del cuneo fiscale, gli importi sono un enigma

Il nuovo documento di economia e finanza tiene banco a causa del taglio al cuneo fiscale: da dove arrivano i fondi? Il Mef insorge.

Il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori a reddito medio basso diventa una priorità: sarà possibile, come descritto nel nuovo Documento di Economia e Finanza, grazie a 3,4 miliardi di risorse. Soldi che devono arrivare, il punto è da dove: per gli stessi motivi è scoppiata la crisi del Governo Conte 1.

Il Ministro Giorgetti chiarisce sul Def (ANSA)

Stavolta la situazione è diversa, Meloni cala nei sondaggi ma la stabilità – per il momento – non è in discussione. Il Ministro dell’Economia Giorgetti garantisce che la chiave sono gli arrotondamenti: nello specifico all’interno delle tabelle ci si ferma a un solo decimale. Si parte da quel 4,35% che avvicina leggermente al 4,4 piuttosto che alla stima per difetto.

Taglio del cuneo fiscale, le percentuali dividono: il Mef si espone

Significa che la questione non può essere solo formale, dato che da questa differenza dipende fortemente la disponibilità delle risorse a deficit che il Governo può utilizzare per sostenere i lavoratori senza intaccare il Prodotto Interno Lordo. In altre parole quel margine stabilisce come muoversi: il cuneo fiscale tagliato è uno spartiacque sui limiti e le possibilità del potere d’acquisto.

Meloni Giorgetti
Il Presidente del Consiglio all’incontro con i giornalisti (ANSA)

La relazione al Parlamento sul Def afferma che i parametri preposti sono sostenibili perché i confronti percentuali garantiscono una soglia di autonomia che permette di andare incontro a chi guadagna sotto i 25mila euro. Tagliare il cuneo fiscale, dunque, può essere una risorsa. Limitare la rincorsa salari-prezzi è il fine ultimo.

Anche se gli importi dovessero essere rimaneggiati appena di qualche decina di euro, sarebbe comunque – secondo la maggioranza – un passo in avanti per la gestione economico-finanziaria fra entrate e uscite. La prospettiva fiscale dovrebbe addirittura favorire alcuni settori. Gli interrogativi restano all’orizzonte poiché gli equilibri – non di Governo, ma strutturali – restano labili. A dimostrazione della precarietà che il Governo (da Draghi a Meloni) cerca di combattere da tempo. Il dubbio è se gli strumenti a disposizione siano quelli giusti.

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