Governo Meloni, al via il taglio sul cuneo fiscale: al centro i salari, mentre viene confermato il deficit pil. Impasse col fondo monetario.
Sostenere il potere d’acquisto delle famiglie. Questo l’obiettivo a medio lungo termine del Governo Meloni, che annuncia a sorpresa il taglio del cuneo fiscale per coloro che hanno redditi medio bassi. Il valore è di 3 miliardi. La certezza arriva nel nuovo Documento di Economia e Finanza (DEF) presentato nell’ultimo Consiglio dei Ministri.
“Coerentemente con le recenti misure nella Legge di Bilancio”, fa sapere Giorgetti. Intanto ci sono già le prospettive per l’avvenire: contenere la spirale salva-prezzi e fare il possibile sugli extra profitti. Osessione europea oltre che cruccio nostrano. Come agire su chi ha guadagnato maggiormente. Se lo chiede la BCE, visto che l’aumento dei prezzi (e una parte dell’inflazione) dipende anche da questo.
Tornando all’attualità, si prevedono tagli del 3% per chi ha redditi sotto i 25mila euro lordi. I rimaneggiamenti dovrebbero – secondo i calcoli – essere finanziati dallo spazio fiscale aperto dal deficit tendenziale, valore programmatico (senza ulteriori interventi) fissato al 4,5%. Numeri che nella testa dei contribuenti risuonano in maniera vaga.
Certo, invece, è il disappunto del fondo monetario che contrasta il Governo Meloni su un aspetto fondamentale: la crescita del PIL. Le ultime previsioni concentrano un incremento del Prodotto Interno Lordo pari all’1%. Molto diverso dallo 0,6% dello scorso novembre. Il fondo monetario, tuttavia, frena gli entusiasmi: le stime sono ben diverse.
Si parla dell’aumento di appena un decimale. Calcoli e prospettive differenti che dovranno collimare in qualche maniera. Anche perché di mezzo c’è anche il PNRR. La ripresa deve esserci non solo a parole e propositi: deve arrivare con i fatti e passa anche dal taglio del cuneo fiscale. In tal modo, i prezzi saliranno comunque, ma in maniera decrescente rispetto ai mesi scorsi.
Una “vittoria di Pirro” che potrebbe essere vista come un primo passo verso la fuoriuscita dalla congiuntura. Serve ancora molto, non tanto per appiattire il divario fra le classi sociali (che non si compensa in poche settimane), ma per garantire una sostenibilità e ripresa dell’economia che manca.
Al momento vige una verticalità preoccupante per i mercati. Campanello d’allarme che è arrivato a destinazione mettendo il Governo Meloni in una posizione complicata. Le iniziative non mancano, ma quel che conta sono le conseguenze. Non solo sul mercato. Le opposizioni, infatti, sono pronte a dare battaglia. Al netto degli scontri interni (si veda il Terzo Polo con frattura Renzi e Calenda) che non animano il mercato, ma agitano le tribune.
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