Haaland ritrova grinta e agonismo grazie al Bayern Monaco: il centravanti norvegese affronterà i bavaresi con il Manchester City.
Haaland è l’uomo del momento: un calciatore in grado di fare tutto, forse anche di più. Uno che fa 5 gol nel giro di mezz’ora può davvero avere il mondo del calcio ai suoi piedi. Infatti ce l’ha: il Manchester City l’ha preso per fare il salto di qualità e ci è riuscito. Segna, corre e garantisce classe a sufficienza per saltare l’uomo e attuare lo schema vincente.
Il meglio deve ancora venire. E non si tratta dei missili terra aria che spara in allenamento. Stavolta è tutto vero: è vero in Champions ed è vero in campionato. Haaland è una sentenza. Una certezza – sotto porta e non – che per adesso rimane in Premier, ma il futuro resta un rebus. Il suo agente ha detto che non disdegnerebbe la Serie A, ma per un solo motivo. Voler provare tutti i campionati.
Haaland, i bavaresi nel mirino: il campione ritrova il Bayern Monaco
Quindi la strada da fare è ancora lunga. Prima dei campionati, contano gli allenatori: Erling voleva – a tutti i costi – essere allenato da Guardiola. Infatti stava per firmare per il Bayern, poi Pep è andato al City e Haaland ha preso un volo per l’Inghilterra. Nulla avviene a caso. Ora il destino, però, gli presenta il conto.
Il norvegese dagli occhi di ghiaccio dovrà affrontare il Bayern ai quarti di Champions. Fra le sue vittime preferite: 5 gol totali, non in una partita. Quanto basta per prendersi la scena e lasciare il segno. L’appuntamento ai quarti è fissato: in Germania lo ricordano molto bene, faranno di tutto per non rinverdire il passato. Tra le marcature ai bavaresi anche quella che segna un debutto indimenticabile nell’Europa che conta, ora si muove come un veterano, ma tante sono le sfide che vuole cercare di vincere.
Haaland è come una tempesta: il tornado che non ti aspetti. Puoi cercare di ripararti, ma sarebbe tempo perso. Tanto vale affrontare le cose come si presentano. Con la speranza di riuscire a sfangare ogni avversità. Sarà difficile, ma non impossibile. Proprio questa differenza, talvolta, carica i campioni: sapere che non è ancora tutto scritto, ma a scrivere la storia devono pensarci loro.