Pensioni minime in aumento: gli incentivi sono in arrivo e c’è possibilità di rialzare gli importi minimi. Gli aspetti principali.
Le pensioni sono in aumento. Questa consapevolezza arriva in un giorno importante immediatamente dopo la legge di bilancio approvata di recente, l‘argomento tiene ancora banco ma resta ugualmente controverso. Agevolare i pensionati è l’imperativo, ma come resta un enigma da risolvere.
La strategia dell’una tantum proposta da Draghi in passato non va più bene. Ora c’è Giorgia Meloni e i conti vanno fatti diversamente: incoraggiare coloro che sono a regimi minimi è la priorità. Farlo con cognizione di causa è necessario, per questo si parte da aumenti ponderati che arrivano a partire da gennaio 2023 a dicembre 2024.
Pensioni minime, aumenti in vista: cosa aspettarsi
La scala è quella compresa dal reddito minimo di 5000 euro in poi. Si tratta di un piano preciso che prende il via nel momento in cui c’è tutto il possibile per far sì che la macchina possa partire. Tradotto: se i meccanismi funzionano, non c’è bisogno di ricorrere all’una tantum ma potrebbe diventare una consuetudine.
Questo è quello che sperano i contribuenti costretti a fare il conto alla rovescia per capire se con le minime è possibile andare avanti, Meloni resta sulla linea identitaria del non disturbare chi vuole fare. Motto intrapreso al momento dell’insediamento governativo. Il passo successivo è accarezzare i meno abbienti con passi necessari e univoci: lo scontro sulle pensioni tra maggioranza e opposizione si consuma relativamente.
È meglio ritenere di prendere tempo piuttosto che togliere risorse importanti a una fascia già complessa, in quanto gli anziani e le persone con disabilità – spesso – non hanno altra fonte di reddito. Proprio su questa sperequazione si deve agire. I pezzi del puzzle cominciano a tornare, passando da chi sembrava essere smarrito. Mai più soli e soprattutto mal accompagnati: il cammino deve essere comune affinché nessuno – davvero – resti indietro.