Lo Spid non va in vacanza e neanche nel dimenticatoio: è tempo di una nuova proroga. Rinnovo biennale e le novità da conoscere.
Il contributo di 40 milioni di euro, con tanto di proroga biennale, permetterà alla piattaforma d’identità digitale di rimanere attiva anche nel 2024. Si tratta di una decisione che rientra nel decreto PNRR discusso in Commissione Bilancio proprio al Senato.
Proprio questo provvedimento fa parte del decreto e servirà a garantire “la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici richiesti ai soggetti gestori di Spid per la fornitura del servizio di identità digitale con nuove modalità operative imposte dalle misure del Pnrr“.
Si tratta nello specifico di un contributo che servirà a sostenere i costi per l’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche, con tanto di crescente domanda degli utenti e dei servizi di provider pubblici. Il rafforzamento del sistema di identità digitale potrebbe risolvere molti problemi, posti dai privati, garantendo un corretto svolgimento delle attività. Si tratta in ogni caso di convenzioni di per sé già prorogate che sono in scadenza il prossimo 23 aprile.
Sul caso è intervenuto Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che già tempo fa aveva deciso di far confluire lo Spid nel sistema pubblico che passa proprio per la Carta d’identità elettronica. Si tratta in questo caso di un processo che avrà tempi lunghi, ma intanto garantirà continuità ai 34 milioni di possessori di Spid attualmente in circolazione.
L’intenzione resta quella di creare un’unica identità digitale gestita direttamente dallo Stato. Come se non bastasse, inoltre, sono state attivate due funzioni che permettono l’utilizzo della sola Cie per accedere a funzioni per le quali era in precedenza necessaria l’attivazione dello Spid.
“A volte ci si innamora degli acronimi, anche dimenticandone il significato: Spid sta per sistema pubblico di identità digitale e nessuno ha mai pensato di fare a meno di un sistema pubblico di identità digitale“, ha ribadito Butti parlando alla Camera durante una interpellanza del Movimento 5 Stelle.
Si è quindi dato vita a un processo di razionalizzazione del sistema mediante un unico strumento di accesso ai servizi sanitari e a quelli della pubblica amministrazione. Si tratta in ogni caso di un processo non così breve sul quale bisognerà procedere con interventi tecnici, giuridici e anche di natura amministrativa, sempre nell’ottica dell’ormai EDIW (Portafoglio Europeo dell’Identità Digitale).
L’obiettivo resta quindi quello di una transizione verso un sistema unico e in grado di valorizzare le esperienze acquisite con i cittadini. L’obiettivo resta sempre evitare di sprecare risorse pubbliche, riducendo anche le duplicazioni.
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