MIA, misura di inclusione attiva. Il nuovo Reddito di Cittadinanza non convince appieno: le regole dividono i cittadini.
Misura d’Inclusione Attiva. Così il nuovo Reddito di Cittadinanza si presenta agli occhi dei cittadini: nome diverso ma altrettante criticità. Giorgia Meloni ha presentato la misura come avanguardista: “Permetterà di ricollocare tutti coloro che sono senza lavoro”. Un sussidio necessario per chi è in cerca di occupazione, senza approfittare dello Stato.
Questo l’auspicio comune tra gli esponenti della maggioranza. Frena, invece, l’opposizione che parla di 260mila persone lasciate a loro stesse. Famiglie che non sanno come sbarcare il lunario dopo essere state estromesse dalle agevolazioni. Dove sta la verità? Nel mezzo di contrasto alla disoccupazione.
Misura d’Inclusione Attiva, come funziona
Il nuovo MIA parte dal presupposto di dividere le categorie di persone fra occupabili e non occupabili. Chi è considerato non occupabile – comprese le persone con disabilità – riceverà un sussidio pari a 600 euro. Basterà inviare la modulistica richiesta e ogni mese l’importo arriverà a destinazione.
Nell’altro caso, invece, che prevede i soggetti occupabili, la situazione è diversa. Il sussidio arriva, ma è ridotto: si inizia con 600 euro, ma più passa il tempo e più si abbassa. Fino a ridursi a 375. Di mezzo le offerte di lavoro congrue: cosa significa? Vuol dire che l’utente deve trovare un impiego in tempo utile.
La contrattazione, dicono le opposizioni, in questo caso viene meno: secondo le nuove regole, infatti, basterà rifiutare un impiego – ritenuto congruo in base al profilo tracciato della persona richiedente – per perdere il sussidio. Oltre alla tipologia di lavoro, però, in corso ci sono tante altre variabili.
Occupabili e non: le differenze
Come l’attendibilità e la voglia di portare a termine un rapporto di collaborazione reciproca. Tradotto: se nell’accordo – e nel regolamento – sono inclusi i contratti a 30 giorni, finito il rapporto di lavoro quanto tempo passa? Rifare la procedura da capo per avere nuovamente il sussidio è soltanto un’ulteriore occasione di perdere tempo utile non retribuito.
Questo il pensiero di Conte e Schlein che contestano come determinate misure, con il precariato imperante, siano non solo troppo rigide, ma eccessive. La conformazione del nuovo Reddito di Cittadinanza è nata per stanare i furbetti: quelli che in passato richiedevano il sussidio senza averne bisogno, tra cui anche qualche politico.
L’etica, però, non deve scavalcare quella che è la necessità: trovare lavoro non è semplice. Se continuano determinate controversie, non solo resteranno importanti sospesi, ma il tasso di disoccupazione aumenterà. Con la prima variabile è possibile fare i conti, la seconda – invece – va debellata quanto prima. Anche e soprattutto rispetto alla ripresa del Paese.