Case e affitti, le detrazioni potranno esserci fino al 50% delle spese. Questo stabilisce la nuova proroga del Superbonus: in che consiste.
Case e affitti, la situazione prosegue nella stessa direzione di qualche mese fa. La proroga del Superbonus – da giugno a novembre – ha mantenuto la possibilità di fare lavori e ultimare le modifiche edilizie con lo sconto in fattura. Le detrazioni continuano in base al cassetto fiscale di ciascuno.
Facile a dirsi, meno a farsi: sospiro di sollievo per chi era già all’opera, ma gli altri devono capire cosa è possibile fare e cosa no. La detrazione corrisponde al 50% del lavoro. Significa che è previsto ricevere – nel caso si presentino i requisiti necessari – incentivi fino a 96.000 euro per i lavori.
Case e affitti, detrazioni fino al 50%: cosa significa
Tradotto: le migliorie vengono apportare e poi i costi vengono ammortizzati. La somma, in altre parole, non viene elargita direttamente ma presentando i costi dei lavori è possibile – laddove la situazione lo richieda – procedere con qualche abbattimento di spesa. Riavere qualcosa indietro, detto più semplicemente.
Affatto facile è capire dove sarà possibile intervenire: in primis, secondo gli accorgimenti, su porte e finestre. Discorso diverso per le impalcature e i soffitti. Stessa cosa per il soppalco. In quel caso serve la CILA senza passare dal condono: significa che non sono ammesse irregolarità o altre spese. La possibilità è chiara, ma va gestita tra edifici pubblici e privati.
Il dibattito non è solo politico
Non è soltanto appannaggio di una categoria: si continuerà in questo modo sino al 2024, nella speranza che il settore edilizio riprenda a fatturare. Senza fretta e con ogni possibilità del caso. Meloni si dice soddisfatta raccogliendo anche il plauso di Giorgetti: tanta ancora la carne al fuoco, specialmente sul piano architettonico.
Il passo verso la rimodulazione prima e l’abbattimento poi rispetto al Superbonus dovrebbe portare a un risparmio di 3 miliardi complessivi su 8 spesi negli anni scorsi. Numeri che non convincono le opposizioni, ma lo scontro non è solo politico. Diversi gli esponenti della manodopera, con l’ausilio delle associazioni di categoria, in piazza. La diatriba è pronta a entrare nel vivo, con tutto quello che ne consegue.