Superbonus, si va verso la conversione in Legge del Decreto: 16 gli emendamenti in fase di approvazione, cosa cambia per villette e immobili.
Superbonus, stretta finale. Le scorse settimane sono servite per tastare il terreno, ora occorre serrare le fila. Il Decreto Legge deve essere convertito definitivamente fino all’ingresso in Gazzetta Ufficiale: da quel momento non si torna indietro. Se il Superbonus diventa Legge, ci sono tanti nodi che devono venire al pettine. Ma la capigliatura resta, per così dire, bella imbrigliata.
Numerose criticità si registrano in tal senso: gli addetti ai lavori, impegnati in cantieri e opere, stanno scendendo in piazza perché in molti rischiano di ritrovarsi senza lavoro e soprattutto con meno ammortizzatori sociali del previsto. L’abrogazione del Superbonus alla vecchia maniera porta sicuramente a risparmiare 3 miliardi, ma a quale prezzo?
Superbonus, al via la conversione in Legge: cosa cambia
In gioco non c’è solo la sostenibilità economica del Paese, ma anche le sorti di una fetta consistente di manodopera. In concreto: 16 gli emendamenti approvati da parte della Camera. Si attende il voto finale. Scrivere la parola fine su questa vicenda non sarà facile. Tra le novità introdotte, una riguarda le villette: via libera alla proroga per chi ha iniziato il 30% dei lavori, continueranno dunque le detrazioni. Anche in nome della CILA, la Comunicazione Anticipata Inizio Lavori che andava consegnata per tempo.
Concludere la spesa e portarla in detrazione, imperativo che dovrebbe valere per chi ha un’opera di questo tipo in corso fino al prossimo 30 settembre. Allungata la scadenza dei termini che, inizialmente, doveva essere a giugno. Capitolo cessioni: chi non ha concluso il contratto di cessione entro il 31 marzo può farlo ancora sino a novembre, comunicando all’Agenzia delle Entrate una “remissione in bonis”: significa che paga un’ ammenda di 250 euro.
Cessione, sconto e spalmacrediti
Permangono, invece, cessione e sconto in fattura per l’eliminazione delle barriere architettoniche, oltre che per gli istituti per le case popolari (IACP), Onlus e Terzo Settore. Capitolo a parte per le opere colpite da sisma, come la situazione nelle Marche. In tal caso è possibile continuare i lavori accorciando anche i tempi.
Resta anche la possibilità di spalmare in 10 anni la detrazione anche per coloro che non hanno sufficiente capacità fiscale. Polemiche sullo “stralcio” fatto in precedenza, la misura era analoga ma nella sostanza andava a colpire chi era messo peggio rispetto alla capienza del ‘cassetto fiscale’. La stretta è alle porte, ma c’è ancora tempo per mettere a posto i sospesi.
Se sia sufficiente si vedrà nelle prossime settimane. L’eventualità di un veicolo finanziario per risolvere la questione dei crediti incagliati, 19 miliardi totali, permetterebbe di sbloccare un’impasse – tra compromessi e necessità – che fa desistere imprese e cittadini da mesi.