Diverse novità per andare in pensione anticipata: cosa occorre per lasciare il lavoro. Opzione Donna, Quota 103 sono soltanto alcune delle possibilità.
L’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, meglio conosciuto come Inps, ha ribadito che non ci sarebbe all’orizzonte soltanto una sola possibilità per andare in pensione. I trattamenti aumentano e variano in base anche alla gestione previdenziale presso la quale si è iscritti.
Importante in questi casi fare fede all’anzianità contributiva e di iscrizione, nonché alla categoria di appartenenza. La pensione anticipata è un fattore che riguarda tantissime persone in Italia, tutte in attesa di conoscere eventuali alternative oltre quella principale.
Le nuove possibilità
In genere, infatti, la pensione anticipata può essere raggiunta con 42 anni e 10 mesi di contributi a cui bisogna aggiungere tre mesi della cosiddetta finestra. Per le donne, invece, si tratta di un anno in meno, ma solo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995 e può ottenere pensione anticipata a 64 anni. Si tratta in questo caso di 20 anni di contributi e un importo pari a 2,8 il valore di un assegno sociale.
Per lavoratrici e lavoratori precoci, appartenenti a categorie specifiche, esiste la possibilità di andare in pensione con il requisito di 41 anni di contributi versati. Ma le novità non finiscono qui perché esistono altre forme e modalità per andare in pensione anticipata, con tanto di date entro le quali raggiungere i requisiti.
Con la pensione di vecchia ordinaria, infatti, bastano 67 anni d’età e 20 di contributi, ma soltanto per coloro che non ne possiedono alla data del 31 dicembre 1995. La stessa cosa vale per chi opta per il ricalcolo contributivo dell’intera pensione. In questo caso specifico, infatti, possono ottenere il trattamenti per una cifra pari a 1,5 volte il valore dell’assegno sociale
Opzione Donna
Con la pensione anticipata, invece, i lavoratori riescono ad ottenere, stando al requisito dei 41 anni di versamenti. Possono esercitare il diritto di Opzione Donna le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 hanno un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’età di almeno 60 anni. A tal riguardo ci sono delle precise indicazioni:
- Siano caregiver, ovvero assistano il coniuge da almeno sei mesi o un parente di primo grado convivente. Ciò vale anche per la parte dell’unione civile che presenti un handicap in situazione di gravità;
- Assista da almeno sei mesi, così come indicato da una nota dell’Inps del 14 marzo 2023, “un parente o un affine di secondo grado convivente nel caso in cui i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap grave abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti”;
- Riduzione della capacità lavorativa, con tanto di invalidità civile, pari ad almeno il 74%.
Quota 103
La domanda per la pensione con Quota 103, prevista dalla legge di bilancio 2023 per i lavoratori che entro il 31 dicembre 2023 abbiano maturato un’età anagrafica di almeno 62 anni e un’anziana contributiva minima di 41 anni. La pensione si può ottenere dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti, non prima del primo aprile 2023.
Soltanto i dipendenti delle pubbliche amministrazioni dovranno attendere sei mesi (non prima del primo agosto 2023). Durante il periodo fra la data di conseguimento del requisito anagrafico per pensione di vecchiaia e la data per la flessibile non si possono accumulare pensioni con redditi di lavoro dipendente ed autonomo. Ciò non vale per redditi da lavoro occasione e autonomo, seppur nel limite di 5mila euro lordi all’anno.
Pensione per lavori usuranti
La speciale pensione di anzianità spetta agli addetti ai lavori usuranti e notturni. Basta ottenere un minimo di 61 anni e 7 mesi d’età, 35 contributi ed una quota minima che si attesta al 97,6.