Francesco Pio Maimone è morto fra le braccia di un amico: il racconto di quegli ultimi istanti e la scoperta del foro al petto. La testimonianza di un altro giovane è un elemento utile alle indagini degli investigatori.
Il caso del ragazzo di 18 anni, ucciso a Napoli mentre stava passando una serata in compagnia di alcuni amici in zona Mergellina, continua a far emergere nuovi dettagli. La sparatoria è accaduta nel cuore della notte quando erano presenti in zona centinaia di persone.
Francesco Pio Maimone è deceduto a 18 anni e l’amico Carlo Chiaro ha voluto parlare di quei terribili momenti vissuti. Per la vicenda risulta arrestato il giovane 20enne Francesco Pio Valda sul quale pende l’accusa di omicidio volontario con tanto di aggravante mafiosa.
Carlo Chiaro ha spiegato al Corriere della Sera quanto vissuto in quei tragici momenti. Nel frattempo, invece, grande commozione per il funerale di Maimone che ha preceduto una fiaccolata, avvenuta lo scorso venerdì, per ricordare la vittima originaria del quartiere Pianura.
Una passione in comune per il mondo della pizza e l’intenzione di lavorare un giorno insieme. “Eravamo veramente fratelli, capitava che lui venisse pure a dormire a casa mia. Quando finivamo di lavorare stavamo sempre insieme. Pure io faccio il pizzaiolo, e parlavamo di aprirci un giorno un locale tutti e due, anche lontano da Napoli. Magari l’avessimo fatto e ce ne fossimo andati da qui“, spiega l’amico di sempre.
Il giovane ha raccontato che Francesco Pio Maimone aveva da poco comprato delle noccioline, improvvisamente un litigio e i colpi di pistola esplosi ad altezza d’uomo. “Ma erano a venti metri almeno da noi e c’era in mezzo un sacco di gente. Come è possibile che è stato colpito lui? Pensavo che fosse svenuto per la paura quando quello ha sparato. E allora cercavo di tirargli fuori la lingua per non farlo soffocare“, ha confessato il giovane.
Tutti dicevano di vedere del sangue sulla maglietta, l’amico pensava si trattasse del disegno, ma invece l’incubo si era appena concretizzato. “Aveva un buco in petto. Non me lo dimentico più. L’ho visto morire, lo tenevo tra le braccia quando ha perso conoscenza. Da quella notte non faccio altro che chiedermi perché“, conclude Carlo Chiaro visibilmente provato dopo quanto accaduto.
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