La baby gang è stata fermata stamani, 22 marzo. A finire in manette 11 persone appartenenti al gruppo che gestiva illegalmente il mercato delle armi e della droga in Calabria
Secondo le parole del gip di Palmi, Francesca Mirabelli, come riporta questa mattina anche l’Ansa: “Un gruppo di giovani in grado di accedere ai mercati illegali, nel circuito delle armi e sostanze stupefacenti è stato fermato”. Nella giornata di oggi, mercoledì 22 marzo 2023, il pm Emanuele Crescenti ha firmato così l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone tutte facenti parte della baby gang calabra.
I giovani criminali sono stati fermati in provincia di Reggio Calabria dai carabinieri. Per il gip Concettina Garreffa, il capo della gang è il 20enne Tommaso Oliveri, la quale ha dichiarato: “Oliveri è una vera e propria giovane leva della criminalità locale”. In carcere con il 20enne altre 7 persone.
Mentre altri 4 giovani sono finiti agli arresti domiciliari. Quasi tutti i componenti della Baby Gang hanno un’età compresa tra i 19 e i 30 anni. L’intera vicenda è iniziata a fine ottobre del 2021 a seguito di un’aggressione denunciata da un 59enne che ha indicato ai carabinieri cosa gli era accaduto.
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono scattate alle prime luci dell’alba di oggi, mercoledì 22 marzo. A finire in manette l’intero gruppo criminale composto da 11 persone che gestiva lo spaccio di droga e armi illegali nel Reggino. Oltre al boss 20enne Tommaso Olivieri, in carcere sono finiti anche il 24enne Rocco Lombardo, Michele Lombardo (27 anni), Gabriele Lombardo (25 anni), il 21enne Fidia Mesiano, Elio Arcangelo Morfea 28enne e Francesco Violi, 43enne.
Mentre ai domiciliari quattro persone: Giuseppe Oliveri 32enne, Angelo Lombardo 37 anni, il 21enne Giony Quaranta e Samuele Quaranta di 20 anni. L’inchiesta portata avanti dai carabinieri di Seminara (provincia di Reggio Calabria) nasce a fine ottobre di due anni fa quando a seguito della denuncia presentata da un uomo di 59 anni per un’aggressione subita ai suoi danni e a quella dei suoi figli minori, la Procura di Palmi individua i responsabili della violenza nella baby gang.
A dare una mano alle indagini anche la testimonianza di una donna che, il giorno dell’aggressione del 59enne si trovava nella sua abitazione, luogo dove si era consumata la rissa. La donna è stata in grado di riconoscere gli autori e di fornire i filmati della sua telecamera di videosorveglianza. Per questo, ha subito ripercussioni dal capo branco Olivieri e da Lombardo. Secondo gli investigatori, i due avrebbero colpito l’abitazione della testimone con numerosi colpi di pistola. L’inchiesta portata avanti dalla procura di Reggio Calabria ha consentito di risalire anche agli altri componenti del gruppo. E secondo gli investigatori la baby band era supportata da conoscenti e parenti appartenenti agli ambienti mafiosi. Dalle analisi eseguite sulle chat Whatsapp del cellulare di Olivieri, gli agenti hanno scoperto anche il giro illegale di armi: tra queste non solo pistole e fucili ma addirittura Kalashnikov.
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