Arresto Putin, oggi l’incontro fra il leader russo e Xi Jinping per capire la posizione della Cina in merito: la Corte dell’Aja nel mirino.
La Corte Penale Internazionale ha spiazzato Vladimir Putin. Forse per la prima volta dall’inizio del conflitto con l’Ucraina. Il leader russo prende tempo cercando di capire cosa lo aspetta: le prospettive non sono incoraggianti, ma la vicenda – non solo quella dell’arresto – va vista da diversi punti.
Il primo è quello che vede l’oligarca e leader russo ancora con il coltello dalla parte del manico. Le procedure di arresto – qualora venissero confermate – avrebbero comunque dei tempi piuttosto lunghi, vista la figura di Putin. Tempo che potrebbe essere speso per finire quello che il leader ha cominciato.
Quindi si teme un ulteriore incentivo agli attacchi all’Ucraina. Secondo punto all’ordine del giorno sono gli alleati: la Cina sembra essere al fianco della Russia, prima le indiscrezioni su possibili aiuti bellici sottobanco e poi l’incontro fissato per la tarda mattinata. Addirittura primo pomeriggio.
Il Presidente Xi Jinping sarà, infatti, a Mosca. Molto più di un pranzo informale: suona come un incontro strategico. Europa, USA e Ucraina stanno a guardare per capire se verrà intavolato un negoziato, oppure si parlerà di alleanze. Il clima, in tal senso, pare essere ben definito. Al punto che il Presidente cinese non perde occasione per mandare stoccate all’Aja: “Dovrebbe rispettare l’immunità dei Capi di Stato e avere una posizione imparziale”.
Senza contare, poi, tutta la vicenda che ha visto coinvolta anche la Malaysia Airlines e i razzi mandati nei pressi della Corte dell’Aja, ricostruzioni da appurare. Rimangono, tuttavia, degli assist che mettono Kiev in una posizione delicata e danno ossigeno a Mosca. La parabola del conflitto Russia-Ucraina sta prendendo una piega ibrida fra diplomazia e strategia militare, dove è impossibile stabilire se e quanto l’una faccia più male dell’altra.
Le prossime settimane saranno fondamentali, mentre per le strade continua il conto dei morti: loro non conoscono sosta. Il sangue non arriva nei palazzi del potere, ma pervade tutto il resto. Una cornice macabra che comincia a essere di troppo, persino per chi un tempo difendeva cause comuni: si parla, infatti, di un gruppo di mercenari pronto a sferrare il colpo in Russia. L’indiscrezione, comunque, non allarma il Cremlino che serra i suoi punti di forza: uno potrebbe passare anche dalla Cina.
Xi Jinping e Vladimir Putin si sono dati appuntamento al Cremlino per analizzare la guerra in Ucraina e altri aspetti della politica internazionale. Il capo politico di Mosca ha ribadito le intenzioni della Russia, con tanto di messaggio: “Noi siamo aperti ai negoziati“.
Un dialogo che continuerà con cena di lavoro e nuovo incontro con firma sulla dichiarazione congiunta da ratificare il prossimo martedì 21 marzo. “Guardiamo con interesse alle proposte della Cina per risolvere la crisi in Ucraina”. Dalla Cina filtrano sensazioni positive, in merito alla possibilità di concludere al più presto una guerra che va avanti da oltre un anno.
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