Giulia Bongiorno, condannato lo stalker che la perseguitava. Dovrà scontare un anno di reclusione: “Non è un innamorato da consolare”.
Fine dell’incubo per Giulia Bongiorno, Arcangelo Zuccalà – lo stalker che la perseguitava dal 2018 – è stato condannato a un anno di reclusione. La Senatrice della Lega Nord, nonché avvocato, ha chiuso un capitolo importante e complicato della sua vita. L’uomo, un 78enne, era solito scriverle lettere d’amore senza sosta.
Le inviava all’indirizzo di casa della donna, estorto con l’inganno, per non fermarsi più: continue richieste di fidanzamento e la volontà di una vita insieme. Peccato che Giulia Bongiorno, Zuccalà, non sapesse chi fosse: l’uomo asseriva che i due si conoscessero dalle elementari. È impossibile, perchè Giulia Bongiorno ha 20 anni meno di lui.
Giulia Bongiorno, in galera lo stalker della Senatrice
Una discrepanza temporale che ha contribuito ad aprire l’inchiesta: il procedimento poi si è chiuso dopo lungo tempo di dibattimenti. Sollievo anche dal partito: la Lega rilancia la sentenza su tutti i social di riferimento. Giulia Bongiorno riprende a lavorare come ha sempre fatto.
La promessa – da parte della legale – è di stare vicino a tutti coloro che subiscono un trattamento del genere: “Non è un innamorato da consolare”, ha detto a chi ha provato a difendere l’operato dell’uomo. Le lettere d’amore erano ossessionati e piene di particolari maniacali. Una situazione limite che la donna ha sentito di contrastare con ogni mezzo.
L’appello della donna
Le modalità sono sempre le stesse: si comincia con poco fino ad arrivare a retroscena scabrosi. La donna ha saputo – anche grazie alla sua abilità lavorativa – arginare le conseguenze ricorrendo alle vie legali. Alle altre la Bongiorno dice: “Denunciate”. La Senatrice è anche una delle rappresentanti più illustri dell’associazione Doppia Difesa che si batte per la tutela delle donne vittime di violenza.
Qualsiasi forma di violenza. I mezzi sono nella Giustizia, il fine un mondo più equo e meno denso di squallidi retroscena. La tutela della persona resta sempre al primo posto, in amore e nella vita. Due aspetti necessari, ma soprattutto complementari.