Mafia a Roma, la criminalità cambia volto. Una nuova organizzazione sta prendendo piede nella Capitale. Gli equilibri del crimine.
Fabrizio Vallo, Antonio De Ponte, Ciccio Barbuto e Luigi Finizio. Quattro omicidi, fra Ostia e la Capitale, nel breve periodo. Pezzi di un puzzle, capire se sono programmati o meno spetterà alle autorità che stanno indagando. L’aria a Roma si è fatta pesante: non che prima fosse leggera, ma il clima è assai più teso.
Il motivo sono gli omicidi in rapida successione: tutti nello stesso modo. Freddati, senza soluzione di continuità. Cambiano i luoghi, ma le esecuzioni restano. C’è chi pensa a un vuoto di potere. Conti che vanno sistemati, sospesi che vanno risolti: una nuova pagina di mafia potrebbe essere scritta nella Capitale.
Mafia a Roma, cosa cambia nel crimine organizzato
Ora che Roma torna a essere meticcia: terra di tutti e nessuno, in quella Suburra nota solo per le fiction in televisione. Ora c’è dell’altro. Ovvero, secondo i PM dell’Antimafia, il clan dei Senese vuole mettere a tacere le voci di una presunta sottomissione all’ordine: qualcuno potrebbe subentrare e vorrebbero, dunque, evitare ribaltamenti.
I capovolgimenti di fronte, però, hanno un prezzo. Si paga, spesso, con il sangue. I tempi della Banda della Magliana sono finiti, ora c’è dell’altro che non sempre arriva immediatamente: la violenza, stando alle ricostruzioni di De Cataldo e altri esponenti illustri della criminologia, è sempre l’ultimo gradino.
La faida tra clan: pax mafiosa a rischio
Conviene, per ovvie ragioni, la pax mafiosa. Quando, però, si spostano ingenti quantità di denaro la diplomazia non basta più. Se qualcuno fa il passo più lungo della gamba, poi, ne risente anche il potere e la sua forza coercitiva: la diplomazia al posto delle armi, ma fino a un certo punto. Quel punto di non ritorno sembra essere arrivato.
Ora non resta che mettere insieme i pezzi trovando prove, spunti e possibilità. Tutto per evitare il peggio, anche se sembra essere già sotto gli occhi di tutti. Come il dolore dei parenti di Manuel Costa: lo Chef dell’Osteria degli Artisti, un’esecuzione che somiglia al Grande Fratello (non solo per la parentela dell’uomo con l’ex concorrente e vincitrice Floriana Secondi) ma anche perché nessuno ha avuto remore nel freddarlo pubblicamente. Una vera e propria vendetta per questioni di denaro: il reality della scelleratezza è appena cominciato.