La tragedia dei migranti di Cutro ha ancora tanti dubbi da chiarire, ma c’è un elemento nella ricostruzione dei fatti che riguarda la Guardia Costiera e un possibile errore commesso. La ricostruzione sul caso e le polemiche sono inevitabili.
Il centro di coordinamento della Guardia Costiera di Roma avrebbe fotografato e segnalato dall’aereo di Frontex una barca non di migranti. Sarebbe questo l’errore emerso e riportato dal quotidiano la Repubblica. Si sarebbe parlato, così come emerso nella ricostruzione del Comando generale delle Capitanerie di porto, di una comunicazione dalla sala operativa di Roma a quella di Reggio Calabria.
Alle 23.34 dello scorso 25 febbraio si sarebbe parlato di “imbarcazione sospetta” e allo stesso tempo senza “elementi riconducibili al fenomeno migratorio“. Emergerebbe un nuovo tassello dopo oltre 10 giorni dalla tragedia di Cutro che è costata la vita ad oltre 70 persone.
Le carte acquisite dalla Procura di Crotone mostrerebbero un tassello che potrebbe confermare la sottovalutazione di quanto accaduto, con tanto di soccorsi mancati per il caicco che trasporta fra 150 e 180 migranti. Le persone erano partite quattro giorni prima dalla Turchia, a poca distanza dalle coste calabresi la tragedia.
L’inchiesta servirà a stabilire eventuali responsabilità sul fronte dell’organizzazione dei soccorsi, così come la ricostruzione cronologica dei fatti. Al centro della vicenda ci sarebbe quanto accaduto presso il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Emergerebbe l’annotazione sulla segnalazione, datata ore 20.51 dello scorso venerdì 24 febbraio, arrivata dalla Capitaneria di Roccella Ionica.
Proprio da questa ricostruzione, infatti, emergerebbero delle situazioni da approfondire e accertare in merito ai mancati soccorsi ai migranti. La ricostruzione parte dalla valutazione del Centro nazionale di Coordinamento del soccorso marittimo della Guardia Costiera (IMRCC di Roma), con tanto di segnalazione ricevuta da Frontex alle 23.03 e annessa email, dopo 31 minuti contattata invece la sala operazione di Reggio Calabria. A ciò avrebbero fatto seguito alcune precisazioni della Guardia Costiera: “Non si evidenziano elementi riconducibili al fenomeno migratorio“, riporta Repubblica.
Si sarebbe parlato di “una barca a motore, di medie dimensioni, che naviga con rotta 296 gradi a 6 nodi. In coperta è visibile solo una persona anche se risulta possibile che ci siano altre persone sottocoperta“. Nella ricostruzione offerta, però, si sottolineano valutazioni ed elementi che avrebbero potuto far pensare ad una barca di migranti, da qui la comunicazione di Frontex circa “imbarcazione sospetta“, con tanto di messaggio destinato “per conoscenza” anche all’IMRCC.
Soltanto dopo il naufragio, intorno alle ore 4.20 del mattino, la Capitaneria di Porto di Crotone sarebbe stata contattata dai carabinieri. “La Guardia di Finanza aveva fornito loro l’informazione di un’imbarcazione che trasportava presumibilmente migranti irregolari e che la vedetta Gdf stava rientrando per avverse condizioni meteo“, si legge.
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