Governo Meloni in trasferta a Cutro. L’Esecutivo porta il Cdm nel crotonese dopo la tragedia migranti: le nuove regole sull’immigrazione.
Meloni in prima linea. Questa la strategia nel giorno in cui il Cdm arriva a Cutro: trasferta istituzionale dopo la tragedia che ha portato a 79 morti nelle scorse settimane, è successo tra i migranti che stavano arrivando in Italia. L’argomento, quindi, è inevitabile: come gestire chi scappa dalla guerra e richiede asilo in maniera irregolare?
Il Ministro Piantedosi, nei giorni passati, è stato oggetto di critica per parole nette che, a suo dire, sono state fraintese: “Gli immigrati non devono partire”, concetto che ha fatto saltare gli equilibri (già molto precari) tra maggioranza e opposizione con una parte della Sinistra che chiedeva le dimissioni del Ministro dell’Interno: l’uomo ha chiarito in Parlamento, ma non è finita.
Meloni vuole mettere un freno alle frizioni con un provvedimento specifico che verrà approvato nella giornata di oggi. 9 marzo 2023. L’impressione è quella di voler puntare tutto su un decreto “recante disposizioni urgenti in maniera di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri”, oltre alla prevenzione e al “contrasto” dell’immigrazione illegale. Dietro le parole importanti, diversi punti specifici che fanno il paio con la mannaia data alle ONG in tal senso.
Le organizzazioni umanitarie, attualmente, non possono fare il doppio giro – così chiamato in gergo tecnico – se notano più di un gruppo di persone disperse o in difficoltà. Una volta acquisito il carico – che fino a poco tempo fa veniva definito “residuale” devono tornare alla base e ripartire. C’è un limite di persone da poter portare a viaggio: prima quel limite era dettato dalla capacità dei mezzi e dal buon senso degli attivisti. Ora bisogna centellinare le operazioni di salvataggio onde evitare ripercussioni.
Il Governo lavorerà su tre punti fondamentali: la stretta sugli scafisti, con inasprimento delle pene nell’eventualità di naufragio. La semplificazione degli ingressi regolari seguita dall’accelerazione sulle espulsioni e l’allargamento del Decreto flussi. Salvini e Meloni su questo sembrano essere congiunti, citano a vicenda le parole di Papa Francesco sui “trafficanti del mare” – come li hanno spesso etichettati – nella speranza di dare una regolamentazione a tutto questo.
L’Europa, tuttavia, ammonisce l’Italia chiedendo una politica univoca su queste tematiche: trovare una linea comune. Le basi ci sono, ma occorre capire quali ripercussioni ci saranno. Soprattutto sul piano gestionale e di confronto con le opposizioni.
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