Governo Meloni, MIA – che ha preso il posto del Reddito Di Cittadinanza – fa discutere: chi rimane fuori dal nuovo provvedimento.
La Misura d’Inclusione Attiva – altrimenti nota come MIA – tiene banco sulla scena politica. L’alternativa proposta da Meloni al Reddito Di Cittadinanza fa discutere le opposizioni: il problema dei furbetti sembrerebbe essere stato estirpato alla radice. Per ricevere il sussidio, infatti, gli interessati dovranno sottoscrivere una sorta di patto digitale con documenti e specifiche da allegare all’INPS.
Una volta passato in esame, il materiale sarà trasposto in una carta. La carta MIA, su cui verrà versato l’importo da percepire. Veniamo alle modalità di elargizione: a chi spetta tutto questo. Ai soggetti non occupabili, tra cui le persone con disabilità, e i soggetti occupabili. Quelli che possono avere un impiego, ma non lo trovano.
La possibilità del sussidio c’è, ma c’è anche un anno di tempo per trovare lavoro: qui entra in gioco il collocamento e le principali grane delle opposizioni. Se non ci dovesse essere un’adeguata ricollocazione degli uffici e la conseguente ricerca mirata d’impiego, la misura sarebbe un’utopia. In special modo – secondo i sindacati di riferimento – perchè è impensabile abbassare il sussidio a chi riceve offerte di lavoro e contratti da 30 giorni.
I quali verranno inseriti come impieghi possibili. Scaduti i quali deve, però, ricominciare la ricerca. In attesa che le pratiche per la MIA si riattivino. Meccanismo complesso e farraginoso che, dalla fine del 2023, però, sarà consuetudine. Già da settembre si possono fare le prime richieste. Chi prende il Reddito Di Cittadinanza potrà avere anche MIA, ma la quota sarà meno generosa rispetto al passato.
Restando in tema di numeri: chi percepisce il sussidio e non può lavorare avrà circa 500 euro, tutti gli altri (quelli che stanno cercando l’impiego e hanno bisogno di assistenza iniziale) 375. Questi requisiti taglierebbero fuori il 25% della popolazione che attualmente percepisce sussidi, ma secondo i sindacati – al netto dei risparmi collettivi (3 miliardi rispetto agli 8 complessivi di spesa degli anni scorsi) ci saranno tante situazioni a rischio. Persone – dicono le parti sociali – che cercheranno di sopravvivere senza successo.
Il percolo è fondato secondo le stime, ma Meloni non drammatizza: “MIA sarà uno strumento che favorirà l’impiego contro il mero assistenzialismo”, afferma. La strada da fare è ancora lunga, ma le frizioni non mancano. Qualcosa va rivisto, anche a fronte di quelle 260mila famiglie che rischiano di restare a bocca asciutta e tasche vuote.
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