Cina-Stati Uniti, il clima è teso: il Ministro degli Esteri Quin Gang attacca l’America. Gli scenari si inaspriscono.
Cina e Stati Uniti, la misura è colma. Quel che sta succedendo fra le due superpotenze potrebbe cambiare gli equilibri geopolitici contemporanei. Gli USA, nella fattispecie, non sono impegnati soltanto nella difesa dell’Ucraina. L’America ha anche altre situazioni aperte: una, non sul fronte bellico, è con la Cina.
In Oriente si guarda alla guerra come un’industria e il Sol Levante sta investendo su quelli che vengono denominati chip: microsensori di tracciamento e raccoglimento dati dual use che possono essere messi nelle armi e in qualsiasi dispositivo elettronico per tracciare rotte e profili. Questo implica una precisione incredibile oltre che prospettive diverse in termini di guerra: una mappatura forte di quello che è il nemico e i giochi di potere correlati.
Cina-Stati Uniti, tensioni in aumento: l’ultimatum del Ministro degli Esteri in oriente
L’Ucraina sta resistendo proprio perché gli USA, fra le altre cose, gli stanno mandando armi all’avanguardia. Il problema principale per gli Stati Uniti è che c’è chi è più avanti di loro. La Cina, nella fattispecie. Almeno così credevano, perchè la vera miniera dalle ricchezze più prosperose in tal senso è Taiwan. Stato insulare dell’Asia orientale che fa parte a sè.
Quindi il protezionismo americano, con il controllo sui dazi e lo smercio dall’Oriente, serve a poco. Questo atteggiamento intimidatorio da parte degli americani ha fatto indispettire prima il Presidente Xi Jinping e poi il nuovo Ministro degli Esteri Quin Gang. Entrambi hanno promesso di arrivare allo scontro se non dovessero placarsi gli animi: “I tentativi americani di frenare la nostra politica di sviluppo sono inaccettabili”, fa sapere Gang.
Una vera e propria intemerata che suona come monito. C’è, inoltre, l’ok dalle alte sfere. La politica cinese approva l’offensiva. Per ora siamo solo su un piano dialettico, ma gli scenari restano mutevoli. La situazione è tesa, certamente le ultime uscite cinesi e americane non hanno placato gli animi.
Il conflitto ucraino tiene in stand-by tutto il resto, ma i nervi sono tesi anche altrove. Non proprio fra due compagini qualunque. In attesa di capire se a vincere sarà la diplomazia, per convenzione o per effettivo ripensamento, è presto per dirlo. Mai troppo tardi, invece, per alzare determinati campanelli d’allarme.