Inchiesta Covid, spazio alle chat: alcuni messaggi tra l’ex assessore alla Sanità Giulio Gallera e i vertici di Confindustria insospettiscono.
“Non ce l’hanno fatta con Formigoni, adesso le provano tutte per affossare la giunta della Regione, fanno schifo”. Così parlava in alcune intercettazioni rinvenute e pubblicate su Repubblica Giulio Gallera, ex assessore alla Sanità in Lombardia. I messaggi risalgono ai tempi della pandemia, dall’altra parte del telefono Paolo Sensale (portavoce di Fontana) che esprimeva tutto il proprio sdegno.
Anche questo emerge nell’inchiesta Covid che tiene banco a tre anni dallo scoppio della pandemia: capire o meno se la zona rossa anticipata a Nembro, Alzano Lombardo e Val Seriana avrebbe potuto prevenire un’ecatombe. 4000 vittime sulla coscienza. Questo potrebbe essere il responso se venisse appurata una cosa del genere: si potevano evitare, si dovevano evitare.
Oltre al senno di poi, l’impianto accusatorio si basa su una carta che ne avrebbe chiesto l’attuazione – della zona rossa anticipata – firmata solo da Speranza e non da Conte. L’allora Ministro della Salute ha fatto il proprio senza problemi, la matassa da sbrogliare ce l’ha Giuseppe Conte. L’ex Premier si difenderà nelle sedi opportune, ma il reato di “epidemia colposa” potrebbe essere piuttosto grave.
Si rischiano più di dieci anni di carcere. I problemi potrebbero sorgere anche per Gallera dato che sembra essere in prima linea nelle intercettazioni non solo per le affermazioni non proprio al miele nei confronti delle oppositori, quelle non sono reato. Passare farmaci sottobanco a parenti e amici, invece, sì: questo si evincerebbe nelle recenti conversazioni emerse.
Una in particolare che risale al 2020: Gallera e Marco Bonometti, ex Presidente di Confindustria Lombardia che chiede, in maniera specifica, un farmaco della Roche per un parente che sarebbe stato contagiato. “Certo, mi attivo subito”, la risposta dell’ex assessore alla Sanità.
Questo è quanto sarebbe emerso dagli atti in esame. Tutto resta in divenire e in fase di analisi, ma le prospettive non sembrano essere affatto rassicuranti. Giuseppe Conte disse – in veste di Premier – che la storia avrebbe stabilito ogni cosa: “Vedremo chi aveva ragione e chi torto”, disse in merito alle speculazioni. Dopo più di mille giorni, sta succedendo.
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