L’omicidio di Thomas Bricca e quei 30 minuti di buco nell’alibi di Mattia Toson: cosa emerge e quali sono i risvolti sul delitto di Alatri.
La morte di Thomas Bricca, ragazzo ucciso ad Alatri lo scorso 30 gennaio, si infittisce con il passare dei giorni. Le attività di indagine non si sono mai fermate, adesso emergerebbero nuovi dettagli sul delitto accaduto in provincia di Frosinone.
Al centro di tutto ci sarebbe l’abili fornita da Matta Toson, attuale e unico indagato per la morte del 19enne, con un buco di circa 30 minuti. A tutto questo bisogna aggiungere l’arrivo alla cena con familiari e amici con faccia evidentemente sconvolta, segno di qualcosa di grave appena accaduto. A ribadirlo sarebbero diversi testimoni ascoltati sul caso.
La vicenda
La conferma arriva direttamente anche da Paolo Bricca, padre della vittima, che ha chiesto di trovare i colpevoli per la morte del figlio, così come i mandanti di quello scambio di persona fatale per il ragazzo ucciso in pieno centro ad Alatri. Mattia Toson è stato ascoltato di recente dal procuratore Antonio Guerriero e al sostituto Rossella Ricca. Un interrogatorio durato circa sei ore durante le quali sarebbero emersi diversi elementi utili alle indagini.
La famiglia di Toson avrebbe partecipato la sera del 30 gennaio 2023 ad una festa del figlio di uno Spada, fra l’altro il compare di Mattia. Il ragazzo avrebbe raggiunto gli altri commensali dopo le 21, circa 30 minuti dopo l’agguato mortale accusato in via Liberio, nel centro storico di Alatri. Fatale un proiettile alla testa, la morte di Bricca sopraggiunta dopo 48 ore.
Da Paolo Bricca agli avvocati di Toson
Lo stesso Paolo Bricca ha parlato di ciò che sta accadendo, non tralasciando quanto riportato da alcuni testimoni. “Alcuni dei presenti alla festa mi hanno riferito che era bianco in volto e avrebbe chiesto un bicchiere d’acqua per riprendersi“, ribadisce il padre della vittima.
Toson non sarebbe sconosciuto per l’uomo, la madre gli avrebbe chiesto di farlo lavorare in officina due anni fa. “Sua madre mi chiese di prendere a lavorare Mattia in officina per insegnargli a riparare la moto. Ma prestò capii che era ingestibile e l’ho mandato via“, si legge sulle dichiarazioni riportate da Il Messaggero.
I legali di Mattia Toson hanno intanto parlato con gli inquirenti, durante l’interrogatorio del ragazzo avvenuto lo scorso 28 febbraio, con tanto di commenti a distanza di ore da quanto accaduto. “Al ragazzo non sono stati contestati fatti specifici. Non conoscendo su quali elementi si poggia l’ipotesi dell’accusa, il ragazzo poteva avvalersi della facoltà di non rispondere, ma non lo ha fatto perché davvero non ha proprio nulla da nascondere“, ribadisce Umberto Pappadia a Il Messaggero.