Una storia di malasanità assurda: le amputano gambe e braccia per un tumore inesistente. L’odissea e il processo a 4 anni dal fatto. Bebe Vio interviene
La vita di Anna Leonori è cambiata per sempre. Una storia assurda iniziata nel 2014 e portata avanti sino ad oggi. La colpa è una diagnosi sbagliata in cui la donna, originaria di Terni e madre di due ragazzi di 13 e 17 anni, ha perso braccia e gambe. Le diagnosticano un tumore maligno ma è inesistente. Dal giorno della tragica scoperta Anna inizia la sua odissea. Oggi è previsto l’inizio del processo.
Le vengono amputate gambe e braccia dopo un intervento ma la diagnosi di tumore che inizialmente le era stata diagnosticata è errata. Un calvario fisico e psicologico che trova un po’ di sollievo solo grazie all’aiuto di Bebe Vio che interviene per sostenere la 46enne e aiutarla a trovare le protesi migliori per lei.
A il Messaggero la donna racconta la sua drammatica vicenda: “Sono stata costretta a rivivere il mio calvario, a sottopormi a una visita di fronte ad una quindicina di periti. Tutto questo in attesa di avere giustizia per i danni che ho subito”. Ora il collegio peritale dovrà pronunciarsi sui danni subiti dalla signora Leonori. Al momento sotto accusa sono tre strutture ospedaliere: il Santa Maria di Terni, il Regina Elena di Roma e l’Ausl Romagna.
La vicenda di Anna Leonori, è assurda ma purtroppo vera. Durante un intervento chirurgico a seguito di una diagnosi, rivelatasi poi essere infondata, le amputano tutti e quattro gli arti: gambe e braccia.
La donna racconta a il Messaggero: “Le costose protesi acquistate grazie alle raccolte fondi mi hanno cambiato la vita. So che non avrò mai più l’autonomia che avevo prima ma mi hanno restituito un minimo di dignità. Il problema è che queste protesi si deteriorano facilmente e la loro garanzia dura solo due anni. Non è un capriccio la necessità di avere un risarcimento per quello che ho subito”.
Da un anno a questa parte Anna usa le protesi di nuova generazione acquistate grazie a molte persone, associazioni e privati, che hanno preso a cuore la sua storia. Ma dietro a tutto questo c’è il grande aiuto di Bebe Vio. La campionessa rimane al fianco di Anna dandole consigli preziosi non solo sull’utilizzo delle protesi ma anche, e soprattutto, per supportarla psicologicamente e affrontare con i giusti termini il calvario che ne consegue.
Il dramma di Anna inizia nel 2014, quando dall’ospedale le arriva la devastante notizia: tumore maligno. Così Anna è sottoposta a un intervento invasivo. C’è qualcosa che non torna, così la donna si rivolge altrove. Arriva a Roma e qui sottoposta a un altro intervento le viene asportato: utero, ovaie, 40 linfonodi e la vescica, sostituita con una ortotopica.
L’esame istologico svelerà una realtà diversa: non è un tumore. Da quella notizia e per i prossimi quattro anni, la 46enne subisce infezioni, febbre, dolori assurdi, ricoveri continui fino all’ultimo nell’ottobre del 2017, quando viene operata per, come riporta il Messaggero: una “peritonite acuta generalizzata causata dalla perforazione della neo vescica” che gli è stata diagnosticata a seguito della diagnosi di tumore.
Subito dopo la rianimazione e un mese e mezzo di coma profondo. Arriva il trasferimento all’ospedale di Cesena e la “sentenza” medica che impone l’amputazione di gambe e braccia. Insomma, una storia che rasenta l’orrore ma che, purtroppo per la donna, è la dura realtà. Ora Anna aspetta solo che sia fatta giustizia e dice: “Non so come andrà a finire questa fase ma so con certezza che non si libereranno di me in alcun modo”.
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