Il ruolo di Tamara Pisnoli per la vicenda di Antonello Ieffi: le dichiarazioni dell’uomo aprono nuovi scenari.
La vicenda di Tamara Pisnoli, ex moglie di Daniele De Rossi, entra nel vivo dopo la condanna a sette anni e due mesi per tentata estorsione. La donna è accusata di numerosi episodi a scopo intimidatorio ai danni dell’imprenditore Antonello Ieffi.
Proprio l’uomo, a distanza di giorni dalla condanna, ha deciso di parlare e raccontare la sua versione dei fatti. Un racconto che scende nei dettagli e spiega quanto iniziato da marzo 2023 con il versamento di un bonifico, da parte della donna in affari con Ieffi, per un totale di 70mila euro.
La ricostruzione
Ieffi ha deciso di parlare ai microfoni de Il Messaggero e di spiegare tutto sin dal principio. “Non ho colto i segnali, non ho capito cosa si nascondeva dietro il sorriso di Tamara, dietro la sua simpatia e il mondo griffato che frequentava. Oggi però, rimettendo in fila tutto ciò che è accaduto, fino al giorno in cui sono quasi morto nel suo appartamento, ho le idee molto chiare. Adesso, che è arrivata la sentenza a suo carico, parlo io“, ha spiegato l’imprenditore.
A spiegare la vicenda è l’imprenditore vittima di rapina ed estorsione. Analizzare a posteriori quanto accaduto vuol dire anche notare qualche segnale a prima vista non così lampante.
“Era la fidanzata di un mio amico e volle entrare in affari con me. Poi il voltafaccia. Guardavamo una partita di calcio quando Tamara ha visto l’ex marito, De Rossi, ha iniziato a commentare in modo molto spiacevole la separazione. Quello era il primo segnale che non ho saputo cogliere“, ha spiegato Ieffi.
Momenti di terrore
Una serie di incontri avvenuti dopo la presunta separazione fra la donna e un amico dell’imprenditore, poi un incontro dopo il quale ne sarebbe avvenuto un altro. In quel caso si sarebbero presentati ad un bar il fratello dell’ex fidanzato, Francesco Milano, insieme a Francesco Camilletti.
Il racconto dell’aggressione è la parte centrale della ricostruzione analizzata dall’uomo. “Erano in sei e a turno mi hanno riempito di calci e pugni. Ho visto che si alzava, aveva uno sguardo gelido. Continuavo a perdere sangue, con i due che mi hanno trascinato in macchina mi sono finto morto. Mi hanno lasciato a terra, su un marciapiede da dove ho chiesto aiuto. Poco dopo ho scoperto anche del passato criminale della famiglia di Tamara e del padre ucciso per un regolamento di conti“, ha concluso Antonello Ieffi a Il Messaggero.