Ezio Capri, per tutti “il Califfo”: merito di Franco Califano, ma l’uomo non canta bensì lucra. La truffa dei parcheggi ATAC è opera sua.
“Una storia disonesta”, cantava Califano. Questi versi probabilmente sono l’unica cosa in comune tra il compianto cantautore ed Ezio Capri – 58 anni – ex autista ATAC che il cantautore avrebbe voluto farlo, ma ha preferito prendere altre strade. Quelle che hanno portato alla reclusione: l’uomo, infatti, è stato condannato a due anni con l’accusa di peculato.
La storia di Capri, però, comincia da molto prima. Precisamente nel 2014, quando in forza all’ATAC, è stato scoperto nei più celebri night club della Capitale a cantare le più belle canzoni di Franco Califano. Da qui il soprannome Califfo. Nulla di strano, se non fosse che l’uomo risultava essere in malattia. Viene indagato, quindi, per truffa aggravata: accusa dalla quale, dopo un lungo dibattimento penale, è stato prosciolto.
Ezio Capri, “Il Califfo” che truffava l’ATAC:
Il tempo passa e, fra una nota e l’altra, arriviamo al 2018: Capri, stavolta, è capo servizio al parcheggio di Piazzale dei Partigiani. Impiego che l’uomo gonfiava di proposito. In 3 mesi è riuscito a mettere insieme 1500 euro – rigorosamente in nero – approfittandosi della buona fede degli utenti. Li costringeva a pagare la sosta in contanti.
L’azienda – spiega La Repubblica – si è accorta del misfatto non appena sono pervenuti i rendiconto mensili degli introiti: la frizione nello stesso periodo, rispetto all’anno precedente, ha insospettito i dirigenti. Dopo il licenziamento, Capri non ha fatto altro che denunciare l’azienda: le conseguenze sono una condanna per peculato, il cui primo grado di giudizio ha portato all’emissione della pena detentiva.
Due anni apparentemente molto lunghi: si potrebbe dire “Tutto il resto è noia” – citando il Califfo, quello vero – ma non è ancora finita. Il braccio di ferro legale tra le parti prosegue. Capri sembra essere disposto a ricorrere in appello, ma le possibilità di aggiudicarsi il ricorso sembrano essere minime. A questo punto – restando in tema di cover eccellenti – Ezio Capri potrebbe perdere definitivamente “La sua libertà”.