Beatles e Rolling Stones sono stati agli antipodi per anni. Uno scontro generazionale in musica che presto potrebbe avere fine.
Beatles e Rolling Stones, stesso tempo ma suggestioni diverse: i due gruppi sanno di rivoluzione. Hanno cambiato il mondo della musica Rock nel profondo durante gli anni di ribellione giovanile iniziati con il ’68 e culminati negli anni ’80. Un periodo lungo e fatto di diverse suggestioni sul piano musicale. I primi più melodici, ma ugualmente dirompenti. Mentre i secondi facevano vibrare le corde dell’animo con note più pesanti e performance pregne di possenza e assoli indimenticabili. Paul McCartney contro Mick Jagger. L’eterna diatriba: chi vince? Nessuno. Il gusto.
È come dire Ferrari contro Lamborghini, patatine fritte o hamburger, birra o vino. Due cose tanto diverse quanto imprescindibili che non hanno bisogno di contestualizzazione, né tantomeno di scelta. Sono bellissimi entrambi e necessari per alimentare il sublime in tempi in cui non ci si stupisce più di nulla. Queste due entità musicali, dalla così diversa consistenza e repertorio, potrebbero unirsi. La BeatlesStone, creatura produttiva ipotizzata da qualche appassionato, potrebbe presto diventare realtà.
Beatles e Rolling Stone insieme: l’iniziativa in un nuovo album
Tutto vero: Beatles e Rolling Stones insieme. O meglio: quel che resta. Ad anticiparlo è Variety che rende noto come l’ultimo album della Rock band americana sia caratterizzato da una collaborazione speciale: quella di Paul McCartney e Ringo Starr. La parte restante dei Beatles che confluisce, quasi per osmosi, nei Rolling Stones. L’operazione è stata annunciata: il lavoro sulle tracce sarebbe agli sgoccioli. Poi comincia l’organizzazione produttiva: c’è grande attesa tra anticipazioni e curiosità.
Sicuramente questo passaggio segna la fine di un’epoca. Si parla tanto di fluidità in altri contesti, vale anche e soprattutto nella musica. In barba ai puristi che avrebbero voluto ancora fare i conti con quella storica rivalità. Il business cambia e mutano anche i tempi musicali: sempre 4, ma le sfumature sono molte di più. McCartney, Starr e Jagger potranno scoprirle ulteriormente senza indugio e con un pizzico di audacia: “Let It Be”, lascia che sia. Anche questo.