Il Superbonus, con la relativa cessione dei crediti, è ancora oggetto di critiche: Giorgetti vuole sgonfiare il caso. L’alternativa.
Politica scellerata. Questo termine usato dal Ministro Giorgetti apre la faida politica e istituzionale sul Superbonus con la relativa cessione dei crediti, tranne per chi ha già presentato la CILA. Ovvero la comunicazione di inizio lavori. Nel frattempo tante le problematiche da risolvere: in particolare far quadrare i punti di vista tra chi dice – in linea con le posizioni di Governo – che il provvedimento negli anni scorsi è costato circa 2000 euro a cittadino e chi, invece, ne fa un baluardo per il rilancio dell’economia, come Giuseppe Conte del Movimento Cinque Stelle.
L’ex Presidente del Consiglio va all’attacco del Premier, nonché leader di Fratelli D’Italia. Il vulnus sul tema, infatti, non è solo nazionale. Rischia di ricadere anche sugli equilibri interni della politica. Nuovo oggetto di discussione: la questione dei crediti incagliati. Una situazione che smetterebbe di esistere stando così le cose, ma in ballo c’è anche un altro tavolo.
Quello degli aiuti post-sisma: si pensa infatti a un simile espediente per ovviare alle frizioni e permettere chi ancora necessità di agevolazioni di garantire qualche tutela in più. Tutto ancora da stabilire. La posizione del Governo Meloni non cambia, ma su questa particolarità vige una fase di studio. Ulteriore apertura per quanto riguarda gli incapienti e i redditi bassi. Un modo per non tagliare sul nascere le garanzie preposte: doveva essere un taglio – quello sul Superbonus – per evitare gli sprechi.
Non per abbassare il tasso di lavori in essere. La gestione delle opere, in particolare rispetto alla ricostruzione post-terremoto, che in Italia ha già subìto rallentamenti, resta una priorità. La questione sisma, poi, riguarda anche l’UE che precisa: “Decideremo insieme come ritenere i crediti del Superbonus nel calcolo del deficit”. La strategia condivisa continua: l’asse con Ursula Von Der Leyen prosegue su diverse argomentazioni. Il raccordo tra Pil e possibilità resta sempre la parte più spinosa. Superbonus apre nuove cicatrici non ancora del tutto metabolizzate: cambia la forma, ma la sostanza resta complessa.
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