Denise Pipitone, 19 anni dopo la scomparsa ancora nessuna notizia della bambina. Piera Maggio spera in una rivelazione di Messina Denaro.
Matteo Messina Denaro determinante, ancora una volta. Il boss per rimettere a posto un ultimo tassello: Denise Pipitone. Il tema torna d’attualità a “Non è L’Arena”. Nel corso della trasmissione emergono nuovi audio pubblicati da un’amica del boss, la quale poi fa un appello: “Messina Denaro può aiutare – dice – una famiglia in cerca di risposte”.
Il riferimento è a Piera Maggio. La donna che, dal 2004, non si è mai arresa. Quando le hanno portato via sua figlia, Denise, ha smosso mari e monti senza avere risposte. Il 18 ottobre dello stesso anno venne filmato un gruppo di nomadi che giocava con una bambina: Maggio vi riconobbe Denise, ma fu impossibile risalire al gruppo di persone. Volatilizzati, senza traccia, né riferimenti.
Comincia poi una risalita per mettere insieme i pochi pezzi a disposizione: lo spiraglio di speranza nel 2021. Olesya, una bambina russa che sembrava avere i tratti della piccola Denise. Il test del DNA escluse ogni possibile parentela. Le inchieste congiunte, i dubbi, le ultime volontà di una famiglia allo stremo: Messina Denaro come ultima carta.
L’uomo – dopo 30 anni di latitanza – combatte con un tumore al colon: “Il mio corpo mi ha tradito – dice negli audio – questa cosa non la posso accettare”. Diversi sono gli aspetti inaccettabili, a seconda dei punti di vista, la famiglia Pipitone cerca un ultimo appiglio. La piccola è scomparsa da 19 anni, a Mazara del Vallo. Centro dove Messina Denaro ha fatto il bello e il cattivo tempo per anni: aveva contatti anche con le alte sfere del Comune.
Le stesse che teneva sotto controllo il SISDE per sperare in un ravvedimento: quelli come Messina Denaro non si costituiscono, ma possono rivelare aspetti importanti non solo di mafia. L’uomo sapeva e sa ogni cosa di quello che, fino a poco tempo fa, era il suo angolo di paradiso: Campobello di Mazara come “zona franca”.
Nel 2004 il latitante non era stanco e malato come adesso: aveva maggior indipendenza. Proprio su quella vogliono puntare i Pipitone, dopo l’appello dell’amica del boss a “Non è L’Arena” si spera. Una cosa sembra essere certa: non c’è l’interessamento di Cosa Nostra nel caso.
Anche per “codice” e “struttura” dell’organizzazione criminale, i bambini non si toccano. A meno che non ci sia un motivo fondante, come può essere una trattativa o qualunque deterrente per vincolare altre persone. Al momento non sembra essere questa la matrice della scomparsa di Denise.
Messina Denaro, però, può unire i pezzi del puzzle e la famiglia Pipitone spera che lo faccia, come ultimo atto di riscatto: collaborare no, ma risolvere forse sì. Non cambierà niente agli occhi della Giustizia, ma una parola del boss potrebbe riabilitare il destino e le speranze di una famiglia.
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