Essere genitori che lavorano è una missione molto dura: ecco l’incentivo che arriva dallo stato. Chi potrà beneficiarne?
Essere genitori è meraviglioso. Allo stesso tempo è da considerare, giustamente, una vera e propria attività full time. Non ci si può distrarre, bisogna tenere sempre alta la soglia dell’attenzione per fornire ai nostri piccoli la corretta assistenza e amore quotidiani. Far conciliare l’attività genitoriale, con quella lavorativa, non è per niente facile. Diventa una vita di incastri, corse, calcoli e va anche detto, di grande dispendio economico. E in nessuno dei due casi bisogna fare un passo indietro, e tali fatiche sono percepite anche da chi è al Governo.
Ed ecco che, infatti, è stato introdotto un incentivo, un bonus genitore, essenziale per dar man forte a tutte le mamme e a tutti i papà che hanno anche un lavoro. Ma di cosa si tratta, e quali sono i requisiti per richiederlo ed ottenerlo? Facciamo chiarezza.
La pandemia da covid-19, l’inflazione e la guerra Russo – Ucraina hanno portato ad un aumento medio del costo della vita come non si vedeva da tanti anni. Addirittura, dal secondo dopo guerra, sembra essere uno dei periodi storici più difficili per l’Italia ma per tutti i paesi Europei in generale. Ma la vita stessa prosegue e bisogna adeguarsi. Così come per chi diventa genitore e deve tenere in piedi anche la propria attività lavorativa, è una lotta quotidiana.
Ecco perché il Governo ha pensato ad un bonus genitore. In cosa consiste? Previsto infatti dalla nuova Legge di Bilancio 2023, il bonus genitore sarà gestito direttamente dall’ente che lo emetterà, ovvero l’INPS. Sotto l’acronimo di ANF, assegno per il nucleo familiare, l’ente effettuerà controlli proprio sui nuclei familiari e in relazione al numero di figli presenti, per chi ha figli a carico, emetterà degli assegni mensili di sostegno.
L’erogazione, per i genitori lavoratori, avverrà direttamente tramite busta paga e sarà corrisposto dal datore di lavoro, in sostituzione in quel momento dell’INPS, che poi provvederà a regolare con il datore di lavoro stesso. L’ente prenderà in esame il nucleo familiare, la situazione reddituale tramite ISEE e il numero di figli a carico, e valuterà il numero di assegni mensili e gli importi da corrispondere.
Questa misura, già del Governo uscente, avrà l’impegno nella nuova legge di bilancio proprio di concedere una ulteriore proroga al sostegno, o rinforzarlo ulteriormente. In un periodo molto difficile economicamente, è sicuramente una misura necessaria per le famiglie, che hanno un lavoro ma che non basta e sono in difficoltà ad arrivare a fine mese.
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