Luciano Spalletti, oltre il campo: il tecnico partenopeo, al termine di Sassuolo-Napoli, è protagonista di un fuoriprogramma commovente.
Il Napoli non si ferma più. I partenopei allungano la distanza con la seconda in classifica mettendo una seria ipoteca sulla vittoria finale. Una stagione commovente: gli azzurri di De Laurentiis fanno tutto bene, a partire dal mercato. Molti hanno espresso scetticismo in estate, ma successivamente hanno dovuto ricredersi. Il Napoli impartisce lezioni di calcio: l’allenatore di Certaldo è artefice di una macchina perfetta.
I meccanismi si conoscono a memoria. Un calcio spettacolo che è portato avanti da prime e seconde linee con eguale intensità. La voglia di vedere il tricolore sul petto è tanta, ma nessuno si sbilancia nonostante i numeri dicano altro. Allora se un popolo aspetta, c’è anche chi non ha paura di lasciarsi andare in un abbraccio.
Poco di consolatorio, tanto di sentimentale: una liberazione, a fine partita contro il Sassuolo. Spalletti non guarda nessun altro. Va ad abbracciare solo lui. Un tifoso con disabilità che lo ha atteso fino al termine del match. Sempre dalla stessa parte, quella del Napoli. Triplice fischio, tre punti in tasca e la gioia nel cuore: tutto in quel gesto così spontaneo che ha colpito anche i giornalisti presenti a bordo campo.
Al punto che l’argomento è entrato di diritto nel post-partita. Immancabile il commento ai microfoni di DAZN: “Spalletti, chi ha abbracciato a fine gara?”. Non si fa attendere la risposta: “È un amico, ci conosciamo da tempo. È un tifosissimo del Napoli, sono andato subito a salutarlo. È un amico e come tale va rispettato: gli amici si vanno sempre a salutare”. Una frase, il senso di una stagione. Il Napoli ritrova certezze e consapevolezza dentro e fuori dal campo. Un ambiente compatto: lontano dai rumors e vicino alla gente.
Spalletti non è la prima volta che fa queste cose: celebri i siparietti con i tifosi più giovani che per vedere gli allenamenti hanno saltato la scuola. “Se non studiate, quando vi devo allenare non capite quello che dico. Gente che non studia non ne voglio”, ha detto ai ragazzi. Il tecnico di Certaldo tiene la barra dritta: il Napoli raggiungerà il suo sogno anche per questi particolari di unità ed empatia che, forse, gli altri anni erano venuti meno per via delle tensioni che talvolta hanno preso il sopravvento. Ora un’unico cuore azzurro batte aspettando giugno.
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