Il processo di Saman Abbas è in corso, ma ci sono tutta una serie di problemi: cosa c’entra il fratello della vittima e qual è il commento dell’avvocato.
Ci sono voluti diversi mesi, alla fine il corpo di Saman Abbas è stato ritrovato senza vita. Era sottoterra in un casolare abbandonato non molto distante dalla casa dove la giovane viveva con la famiglia.
Per la morte della giovane sono imputate cinque persone: si tratta dei due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, lo zio Danish Hasnain, il padre Shabbar Abbas (attualmente in Pakistan, si attende estradizione) e la madre latitante Nazia Shaheen. Sul caso emergono intanto delle novità che riguardano il fratello della vittima.
Il legale del fratello della vittima è parte civile nel processo e ha parlato di un momento difficile vissuto dal proprio assistito. Alla base di tutto questo ci sarebbe delle forti pressioni denunciate dopo il ritrovamento della sorella morta.
“Questo ragazzo è certo che per aver parlato subirà la stessa sorte della sorella. Ha subito forti pressioni da persone vicine al nucleo familiare e anche a causa del trauma subito. Ha visto il corpo ed è sicuro che sia lei“, ha ribadito l’avvocato Valeria Miari. Opposizione ferrea per il possibile coinvolgimento del minorenne nel processo, con tanto di motivazioni spiegate in sede processuale.
La Corte di Assise di Reggio Emilia ha spiegato che il padre di Saman, Shabbar Abbas, potrebbe assistere al processo in videoconferenza. Invita una richiesta ben precisa al Pakistan, Paese in cui l’uomo è attualmente detenuto dallo scorso mese di novembre, a margine degli evidenti problemi nell’estradizione dal Pakistan. L’uomo è accusato di essere il mandante materiale del delitto.
Si attende intanto l’udienza fissata il prossimo 17 marzo. Anche l’avvocato del fidanzato di Saman Abbas ha chiesto di non effettuare una nuova testimonianza del proprio assistito. “Segnalo un forte stress per la vicenda, così come le minacce subite, oggetto di altro procedimento penale, che arrivavano ad ogni sua uscita pubblica“, ribadisce Claudio Falletti.
Sarebbero questi i due motivi a causa dei quali il legale vorrebbe evitare un nuovo coinvolgimento del giovane. In ogni caso, comunque, si tratta di un ragazzo presente all’incidente probatorio prima dell’inizio del processo.
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