Alfredo Cospito continua la propria battaglia contro il 41bis. Lo sciopero della fame sarebbe stato interrotto: la verità del legale.
Alfredo Cospito inizia la seconda parte della sua battaglia: quella più difficile, conservare una credibilità al netto dei dubbi e delle presunte certezze che emergono. L’uomo è da diverse settimane – poi diventati mesi – in sciopero della fame. La volontà è quella di interrompere il regime 41bis. Trovare un’altra soluzione per scontare una pena che lo vede dietro le sbarre per tentata strage.
Una situazione difficile che viene condita dalla contingenza del detenuto: l’uomo sta male, gli sarebbe stata fornita assistenza medica nell’arco della quale avrebbe anche provato a nutrirsi nei giorni scorsi. Spostato, nel breve periodo, anche in ospedale per dei controlli. Degenza in cui l’uomo avrebbe provato anche a interrompere lo sciopero della fame. Integratori, questo è quanto avrebbe assunto, dopo aver tentato di mangiare uno yogurt al miele.
Sembrava essere in ripresa, Cospito, ma interviene il suo legale: “Non è assolutamente vero – tuona Flavio Rossi Albertini ai microfoni di Radio Cusano Campus – è una situazione drammatica. Ha provato a prendere uno yogurt, ma l’ha rimesso. Non si alimenta da 4 mesi, ha preso gli integratori proprio perché intende continuare lo sciopero“. Secondo protocollo, è impossibile procedere con la nutrizione forzata finché la persona è in grado di intendere e di volere. L’assistenza gli viene fornita, ma se Cospito non asseconda le necessità primarie nessuno può costringerlo.
Intanto, sul fronte politico e giudiziario, Nordio alza gli scudi: il 41bis non si tocca. Cospito, per il momento, resta dov’è ma si cerca di capire come stanno effettivamente le cose. La misura cautelare, nella fattispecie, non sarebbe in discussione. Poi c’è la specificità del caso Cospito: in base all’evolversi della situazione verranno prese le adeguate contromisure.
A fine febbraio è prevista un’altra udienza. Intanto arrivano minacce a dirigenti, a Bologna, rivendicate da FAI. Federazione Anarchica Informale afferma che potrebbe assaltare alla vita di un manager in qualsiasi momento: il rischio è concreto. L’organizzazione sottolinea anche che non ci sarebbero ordini, legami o distaccamenti.
Tutto spontaneo in nome di Cospito e dell’avversione al 41bis. Cresce l’allerta e anche la tutela per evitare altri scontri com’è successo nelle settimane passate. Sempre l’Emilia il centro nevralgico, prese di mira anche le Forze dell’Ordine a Milano e Roma. La mano anarchica non si placa, in questa doppia diatriba fuori e dentro le sbarre.
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