Stefano Coletta è nel mirino dei vertici Rai. Il Direttore di Raiuno è sotto esame dopo il Festival di Sanremo: perchè rischia il posto.
Stefano Coletta è il volto centrale di Viale Mazzini. Prima ancora di essere Direttore di Raiuno è un ex capo progetto con delega al marketing. Nella tv pubblica è presente da ben 32 anni: inizia nel 1991 con programmi televisivi e radiofonici. Fa tutta la gavetta, poi le esperienze dirigenziali a Raitre, successivamente la delega al palinsesto. Un uomo in grado di riscrivere i canoni della televisione in modo moderno e assolutamente attuale.
La conferma arriva non appena assume la direzione della rete ammiraglia: riesce, prima della morte della donna, a parlare con Raffaella Carrà per cercare di portarla in prima serata come fece ai tempi di Raitre con “A raccontare comincia tu”. Senza contare il lavoro fatto con contenitori quali “Cominciamo bene”, “Racconti di vita”, “Tatami” e “Chi l’ha visto?”. Il fiore all’occhiello, poi, è “Amore Criminale”. Tutti pezzi di puzzle televisivo che trovano successo e collocazione.
Dietro l’approdo di Cattelan in Rai c’è lui, lo stesso vale per Fiorello e Alessia Marcuzzi. Un profilo dirigenziale apparentemente indiscutibile, ma sembra essere sotto esame anche lui dopo l’ultimo Festival di Sanremo. 13 milioni di spettatori in totale dovrebbero essere la garanzia. Considerando che la media è sempre rimasta la stessa durante le cinque serate della kermesse.
Il Direttore di Raiuno, invece, non gode di rendita alcuna dal momento in cui – secondo una parte della politica – non avrebbe assolto nella maniera migliore il proprio compito: “Un Festival senza controllo”, ammonisce la maggioranza. Il motivo sono gli attacchi in diretta da parte di alcuni artisti all’attuale Esecutivo. Senza dimenticare che non è piaciuto, in particolare al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il racconto della Costituzione in diretta da parte di Benigni al cospetto di Mattarella. A mettere benzina sul fuoco anche il bacio in Eurovisione tra Fedez e Rosa Chemical che ha indispettito Giovanardi: “Ormai è diventata gayuno”.
Tutti pezzi di un puzzle che rischiano di creare un intero sgradevole agli occhi di una determinata parte politica più conservatrice: la stessa che ha messo in dubbio la presenza di Amadeus al prossimo Festival di Sanremo. Nonostante Sebastiani abbia il mandato ancora per un anno. Costante fermento a Viale Mazzini, ma i dati non sembrano interessare alle alte sfere: “Io sono convinto del mio lavoro – afferma Coletta – poi parlano i numeri per me. La Rai è in costante crescita anche grazie allo splendido lavoro fatto al Festival”, conclude.
Attualmente l’evoluzione aziendale non è in discussione, si dibatte piuttosto sull’atteggiamento libertino mostrato in questi mesi sul piccolo schermo. Non solo rispetto al Festival: la kermesse sanremese sembrerebbe essere la goccia in grado di far traboccare il vaso. Una cosa è certa: in caso di divorzio dalla Rai, Mediaset è già pronta a bussare alla porta di Coletta. Loro i numeri li guardano: è la sola cosa che fa la differenza, Coletta è un cavallo di razza che il Biscione corteggia da tempo. Le sirene di Cologno Monzese potrebbero farsi più insistenti.
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