Carlo Mattia è il neonato che un mese fa è morto soffocato presso l’ospedale Sandro Pertini di Roma. I genitori denunciano il personale sanitario. La procura di Roma e l’Asl 2 avviano due indagini
Carlo Mattia è deceduto circa un mese fa presso l’ospedale romano Sandro Pertini. Dal giorno della morte, i genitori del piccolo solo ora presentano un esposto alla procura di Roma. Il bimbo è morto la notte dell’8 gennaio scorso dopo solo tre giorni dalla nascita. Il caso ha suscitato molto scalpore a livello nazionale per la drammaticità del fatto.
Il neonato era nel letto con la mamma, che lo stava allattando nel reparto di Ostetricia e ginecologia del Pertini, quando all’improvviso si è addormentata con il piccolo Carlo Mattia attaccato al seno. La donna è stata poi svegliata da un’infermiera che le ha comunicato che il figlioletto era deceduto.
Una storia drammatica sulla quale la procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio colposo su segnalazione dell’ospedale. Nel frattempo la Asl Roma 2 ha attivato una valutazione clinica interna al Pertini “per verificare la correttezza e l’aderenza alle best practice e l’appropriatezza delle procedure”.
Neonato morto in ospedale. I genitori denunciano il personale del Sandro Pertini di Roma
La neomamma 29enne, stremata dopo un lungo e travagliato parto, si addormenta mentre allatta il figlio appena nato. Carlo Mattia era venuto al mondo da appena tre giorni ma la notte tra il 7 e l’8 gennaio muore soffocato tra le braccia della mamma. Il fatto è accaduto in corsia, all’ospedale Sandro Pertini della Capitale. A dare l’allarme un’infermiera che durante il suo turno scopre il corpicino senza vita del neonato e la madre accanto addormentata.
La procura di Roma apre un’indagine e l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo contro ignoti. Ma la donna viene qualificata come parte offesa, ovvero sarebbe la vittima di un comportamento scorretto da parte del personale professionale sanitario del reparto. In concomitanza alla prima indagine, la Asl Roma 2 attiva un audit clinico presso la struttura ospedaliera per verificare che le procedure eseguite dal personale del reparto di ostetricia e ginecologia siano state appropriate.
Nel frattempo arriva anche la denuncia dei genitori di Carlo Mattia che sin da subito, hanno accusato il reparto per avere negato l’assistenza alla neomamma dopo un parto abbastanza complesso durato 17 ore. La donna, distrutta dal dolore per la perdita del figlioletto, ha dichiarato a Repubblica: “Ho avuto un travaglio di 17 ore e nonostante ho 29 anni ero stanchissima. Non ce la facevo”.
Le due indagini parallele
Le due indagini, quella avviata dalla procura romana e quella partita dall‘Asl Roma 2, sono indirizzate entrambe al personale del reparto di Ostetricia e ginecologia del Sandro Pertini. Due inchieste per cercare di far luce sul decesso del neonato avvenuto lo scorso 8 gennaio e scoprire cosa sia accaduto nelle 72 ore dopo la nascita di Carlo Mattia.
Dopo che l’azienda sanitaria aveva già comunicato la sua intenzione nel verificare “la correttezza e l’aderenza alle best practice e l’appropriatezza delle procedure”, anche i pubblici ministeri cercano di fare chiarezza sul personale in servizio quel giorno nel reparto di ginecologia e ostetricia. Gli investigatori dopo approfondite indagini hanno già identificato le persone che in quei tre giorni di vita del neonato erano presenti in reparto. Si scava non solo tra i medici presenti ma anche tra le pazienti ricoverate in quegli stessi giorni in modo da ricostruire esattamente i fatti.
I legali Alessandro Palombi e Michela Tocci, avvocati della donna, hanno riferito, così come riporta Repubblica: “La nostra cliente e il marito sono stati ascoltati dai noi dopo diversi giorni, prima erano sotto shock. Adesso siamo pronti per presentare la nostra denuncia alla procura di Roma”. I genitori del piccolo Carlo Mattia accusano il personale dell’ospedale sottolineando, nel loro esposto: “Avevamo chiesto più volte aiuto al personale per gestire il bambino, ma nessuno è venuto in soccorso, nessuno ci ha aiutati”.