Licenziato perché si vestiva da donna, poliziotto ricorre al Tar. La sentenza spiazza

Il caso del poliziotto licenziato perché si vestiva da donna ha suscitato scalpore per la particolarità con cui si è risolto. La sentenza emessa dai giudici del Tar da ragione all’agente (con gli arretrati)

L’agente di polizia era stato prima sospeso dal suo incarico e in ultimo licenziato a causa di una condotta considerata dai superiori “riprovevole e mancante del senso dell’onore e della morale”. Un caso, quello del poliziotto veneto, che ha suscitato clamore per come, alla fine si è concluso.

Licenziato poliziotto
Licenziato perché si vestiva da donna, il giudice da ragione al poliziotto – free.it

L’uomo è stato destituito dalla professione da agente della polizia perché nell’autunno del 2005, era solito indossare abiti da donna da donna. Un “vezzo” che non è andato giù ai capi che in quell’atteggiamento hanno visto una mancanza di rispetto per il ruolo che l’agente ricopriva.

L’uomo però non si è dato per vinto e, come riporta anche il Gazzettino, ha fatto ricorso al Tar del Veneto affinché gli venissero corrisposti tutti gli arretrati inerenti il suo stipendio.

Poliziotto licenziato si difende dalle accuse: “Non sono gay né transessuale”

Una vera e propria passione per gli abiti femminili tanto che l’uomo, un agente della polizia di Venezia, amava vestirsi da donna. La sua predilezione però ha portato il poliziotto all’allontanamento dal posto di lavoro, prima sospeso e infine licenziato.

Licenziato poliziotto
Licenziato perché indossava abiti da donna, poliziotto trova giustizia con il Tar – free.it

L’uomo non ci sta e fa ricordo al Tar del Veneto. I giudici gli danno ragione emettendo una sentenza depositata ieri, 6 febbraio 2023, che ha dichiarato che il poliziotto, oggi 60enne, è un transgender e dunque ha diritto di ricevere gli arretrati non percepiti in conseguenza del provvedimento disciplinare.

In poche righe il verdetto dei giudici riporta la serenità al poliziotto 60enne e la fine di un lungo periodo travagliato vissuto dall’uomo sia a livello personale che professionale. L’agente ha sempre specificato, come riporta Leggo, di “non essere ne gay ne transessuale ma che semplicemente amava i vestiti da donna al punto da indossarli fuori dall’orario di lavoro”.

Dopo che la Questura nel lontano 2006 aveva condotto l’istruttoria sul caso, era scattata la sospensione e la decadenza dall’incarico dell’agente, poi annullate entrambe dai giudici. In un primo momento il poliziotto era stato riammesso al lavoro ma, temporaneamente messo in aspettativa speciale fino alla conclusione della procedura del caso. L’agente aveva chiesto così gli stipendi non percepiti dall’inizio della sua destituzione ma in un primo momento la sua richiesta era stata respinta dal dicastero. Questo fino ad oggi quando, invece, il Tar ha deciso a suo favore ribaltando tutto.

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