Inter, il quarto di finale della Coppa Italia non offusca il mercato: Skriniar, ormai partente, può aprire nuovi scenari. La situazione.
Inter, un quarto di gloria. Vincere con l’Atalanta in Coppa Italia significherebbe mettere un importante tassello sul futuro. Questo si augura Inzaghi che, dopo la Supercoppa, vuole arrivare in fondo a un’altra competizione. In fin dei conti l’ha detto lui: “Dove sono io arrivano i trofei”. Occhio a quello che chiedi, Inzaghi, che potrebbe avverarsi.
A Riad è andata così e la Coppa nazionale è il potenziale biglietto da visita per ritornarci. Ammesso che la Supercoppa Italiana il prossimo anno si giochi ancora lì: ci sono degli accordi da fare, ma per lo specialista del torneo il problema non si pone. Ne ha vinte quattro, cerca la quinta.
Proprio come la marcia che deve ingranare l’Inter non solo in campo, perchè mentre i nerazzurri in maglia e calzoncini giocano quelli con la giacca e la cravatta fanno gli affari. Il mercato si prepara ai botti di fine sessione: uno, in casa Inter, è già scoppiato ma suona come un autogol. L’addio di Skriniar per andare al PSG: accordo su tutto, il tradimento per i tifosi è consumato.
Un potenziale capitano e simbolo nerazzurro che se ne va in nome dei soldi. Non è l’unico, ma nella società di Javier Zanetti – che per l’Inter ha dato tutto – assistere a queste cose fa male. L’insofferenza potrebbe protrarsi: non è ancora chiaro se lo slovacco partirà a fine gennaio o a giugno. Di mezzo c’è la volontà del PSG: se lo vuole ora, deve sborsare all’Inter una cifra superiore ai 10 milioni.
Altrimenti aspetta giugno. Il favore dell’estate porta con sé un giocatore a parametro zero, con il contratto scaduto Skriniar va dove vuole. Tradotto: ha già la valigia pronta con il dolcevita a portata di mano. Deve solo capire quando indossarlo. Vorrebbe saperlo anche l’Inter, perchè se i soldi dei francesi arrivano reinvestirà sul mercato. E in questo caso il nerazzurro non passa mai di moda, perché Inter e Atalanta si ritroverebbero non solo in campo ma anche davanti a una scrivania: al centro – tipo Charles Aznavour – Demiral.
Tra passato e presente. Il giocatore piace a Inzaghi, Marotta va in avanscoperta, ma Percassi sconti non ne fa: servono almeno 7/8 milioni e il prestito con obbligo di riscatto. Questo non piace all’Inter, perchè così facendo dovrebbe metterlo a bilancio dell’anno in corso. Troppo presto per casse che chiedono ossigeno. Aria che potrebbe arrivare da un prestito con diritto, oppure un prestito secco.
Questa è la zona comfort entro cui Marotta e soci possono agire, qualora Percassi dovesse rifiutare si andrebbe su altri nomi, ma il tempo è poco. L’ultima istanza è rappresentata dalla possibile (non auspicabile, visto come stanno le cose) permanenza di Skriniar fino a fine stagione. A questo punto la palla, in tutti i sensi, passa a lui: il difensore può giocare da separato in casa, tirando le marce al minimo, oppure può fare come Kessiè in passato.
L’ex Atalanta – la Dea torna sempre – in forza al Milan era già promesso sposo al Barcellona, ma fece gli ultimi mesi in grande spolvero. Segno di riconoscenza a una parte di Milano e all’Italia. Opzione che Skriniar valuta: fino a poco tempo fa, come recita uno striscione, era pur sempre “il padrone di Milano”.
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