La scorsa settimana la notizia di una ragazzina che in una scuola del palermitano, viene colta da ipotermia. Il riscaldamento nell’edificio non funzionavano. Oggi, in un’intervista al quotidiano Repubblica, parla la madre della bimba “Non erano stati neanche chiamati. L’ho fatto io, con il mio cellulare”
Essere colti da ipotermia mentre si frequentano le lezioni in classe? Possibile? Non solo è possibile, ma è anche accaduto, ed è stato raccontato. La scorsa settimana infatti ha fatto il giro della rete, la notizia di quella ragazzina, che mentre era in una delle aule della “Emanuela Loi” di Passo di Rigano in provincia di Palermo, ha accusato importanti malori per cui è ancora sottoposta a terapie.
L’ipotermia è stata dovuta alla mancanza di accensione dei riscaldamenti nell’istituto scolastico. Altro dato assolutamente sconcertante, del quale oggi la madre della bimba (al quinto anno delle elementari) parla in un’intervista al quotidiano la Repubblica. La donna ripercorre le ore in cui viene chiamata dalla scuola e scopre l’accaduto.
“Ha una virosi respiratoria, quindi dobbiamo continuare la terapia, è ancora provata, ma fortunatamente sta meglio”, spiega Rosaria, questo il nome della madre della ragazzina. E’ arrabbiata, spaventata e non riesce a non pensare a quelle che potevano essere conseguenze ancora più drammatiche. La figlia invece è solo “stanca, ma vuole tornare a scuola”. La mamma della bimba mette le lancette indietro e rivive quegli attimi nel descriverli. La segnalazione dell’istituto arriva al padre della ragazzina alle 13.17 di quella mattina. All’uomo viene solo detto che la bambina non stava bene. Poi il padre avverte anche la donna che durante il tragitto viene comunque contattata dall’istituto. Ed è a questo punto che sale forte la preoccupazione in entrambi i genitori: perchè tutte queste chiamate? Cosa è successo davvero?
Poi l’arrivo a scuola, e la ragazzina arriva sostenuta dalle insegnanti e dai bidelli “Era pallidissima, con le gambe rigide, batteva i denti e tremava in modo incontrollato. Io ero terrorizzata”. Ma i soccorsi non erano stati nemmeno allertati, ha dovuto farlo la madre col proprio cellulare. Nel frattempo la madre prova a scaldare in ogni modo la figlia e la porta in segreteria dove l’ambiente è decisamente più caldo: lì i riscaldamenti funzionano da sempre. “In alcune aule invece sono andati in tilt prima della pandemia e non sono mai stati riparati. Noi genitori lo abbiamo segnalato più volte inutilmente”. Pazzesco, inconcepibile e ingiustificabile. Non un evento eccezionale quello capitato. Il riscaldamento non funzionava da anni. Prosegue la testimonianza della donna “a quanto pare nessuno voleva assumersi la responsabilità dell’intervento. L’anno scorso più volte, nei giorni più freddi, ho preferito far saltare alla bambina un giorno di scuola, piuttosto che esporla al rischio di prendere un raffreddore”.
L’ipotermia della bambina, per fortuna ora in via di risoluzione, è servita ad operare un grosso cambiamento: il guasto ora è stato aggiustato. Il riscaldamento è in funzione e quelle aule sono tornate al caldo. Ancora più inconcepibile. Serviva un evento del genere per operare una riparazione? Le parole della madre della ragazzina sono comprensibilmente dure “Stento a crederci tuttora. È inaccettabile. La scuola è un pezzo dello Stato, dovrebbe essere il luogo più sicuro per i nostri bambini”. Ed ora Rosaria si aspetta controlli e interventi a tappeto nelle scuole, perchè non riaccada quanto la propria bimba ha vissuto.
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