De Laurentiis non si smentisce mai: il Presidente del Napoli gioisce due volte dopo la vittoria sulla Roma. Il gesto ai tifosi fa sognare.
Napoli batte Roma e la festa continua. I partenopei si avvicinano a grandi falcate verso il sogno Scudetto. Una parola da pronunciare a bassa voce, ma presente nell’immaginario dei tifosi che sognano questo traguardo da anni. Un tributo doveroso al campione che prima di Kvaratskhelia ha fatto sognare i tifosi partenopei: Maradona. Storia, tradizione, presente e futuro che si mescolano.
Solo voglia di rivalsa, emozioni che troppo tempo hanno fatto sussultare Napoli e il Napoli potrebbero tornare attuali in un’annata da incorniciare. Record su record per Spalletti e i suoi uomini che vincono e convincono anche grazie alla forza delle seconde linee. Esce Osimhen ed entra Simeone: al Diego Armando Maradona, ex San Paolo, la musica non cambia. La Roma prova ad arginare la furia azzurra con El Shaarawy – che aveva già segnato lo scorso anno a Napoli – ma non basta.
L’urlo partenopeo è più forte. Una consapevolezza diversa data anche dalle statistiche. Non era mai successo – nel recente passato – che la prima in classifica avesse un vantaggio di 13 punti sulla seconda dopo 20 giornate. Numeri, come quelli che stanno dando i tifosi dalla felicità. De Laurentiis riesce a coinvolgere nuovamente la piazza: è anche la sua rivincita dopo anni di scetticismo.
All’uscita dallo stadio lo accerchiano. Lui fa festa insieme ai tifosi e poi lascia l’impianto per andarsi a godere la vittoria a casa: la parola Scudetto non si nomina, ma se dovesse davvero (cosa molto probabile) arrivare a fine stagione, il Patron – essendo anche produttore cinematografico – ha già il documentario pronto. C’è una comunità che pulsa come un cuore azzurro pronto a scoppiare di gioia. Sembra un film, ma è tutto vero: il sogno Napoli è possibile, i tifosi del Napoli non vogliono svegliarsi da questo stato di catarsi misto a contentezza.
Una volontà che deve essere solo l’inizio di una nuova era, fatta di certezze, volti e sicurezze diverse che portano alle stesse velleità. Essere grandi come l’amore di una piazza che non se n’è mai andato. Neppure quando gli obiettivi erano dichiaratamente altri e decisamente più bassi: lo sa bene Spalletti che sposa in pieno la causa e si adegua all’abito che il Patron gli ha cucito addosso. Un vestito di alta sartoria, tra top player e rincalzi, che ha bisogno del tappeto rosso. Ma per quello bisogna – se tutto va bene – aspettare giugno.
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