Tra crisi diplomatiche, guerra, cambiamenti climatici, c’è un unico argomento che imperversa in questi giorni in Italia, e che sta mettendo d’accordo fazioni diverse, la presenza, non gradita, del leader ucraino Zelensky al prossimo Festival di Sanremo.
Difficile da crederci ma nella più totale divisione di ideali e opinioni, c’è invece un argomento che in questo momento nel nostro Paese, sta mettendo tutti d’accordo, quello della presenza, non gradita, di Zelensky a Sanremo.
Ha parlato alle Nazioni Unite, ai Golden Globe, ai Bafta, al Festival di Venezia e in qualsiasi altra manifestazione corale; lanciando il suo messaggio per l’Ucraina in guerra con la Russia. Ma, al prossimo Festival di Sanremo, la presenza di Zelensky non è affatto gradita. Ma la cosa che sorprende di più, è che questa idea è universalmente condivisa anche da fazioni contrarie. Esponenti della destra, della sinistra e anche dei Cinque Stelle, direttori di Reti in competizione, professori universitari, da quando Bruno Vespa ha annunciato che il presidente ucraino apparirà nella serata finale del Festival di Sanremo con un videomessaggio, si è alzato un coro di critiche. Una delle ultime quella di Giuseppe Conte leader del M5S, “Io sono stato molto contento quando il presidente Fico ha invitato il presidente Zelensky alla Camera dove ha potuto esprimere le sue ragioni in Parlamento. Non credo che sia così necessario avere Zelensky in un contesto così leggero come quello di Sanremo“.
Ma già prima di lui, molti altri leader di partito si erano espressi nello stesso modo: “Se avrò dieci minuti di tempo per vedere il Festival di Sanremo, vedrò le canzoni, non Zelensky”, ha tuonato Matteo Salvini. A lui fa eco, cosa impensabile su qualsiasi altro argomento, Carlo Calenda:“Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del Presidente di un paese in guerra”. Ma, cosa ancora più impensabile, anche Beppe Grillo si è unito al coro dicendo: “L’annunciata presenza di Zelensky al Festival di Sanremo è inopportuna e appare mera propaganda di guerra”.
Tra i tanti no, arriva però un sì, da quello che in molti pensano sia l’artefice di questa operazione, Bruno Vespa. “Non capisco francamente tutto questo rumore per un breve intervento di Zelensky, Al Festival hanno partecipato alte personalità della politica internazionale e sono stati trattati tutti i temi sociali, anche scabrosi e controversi” ha racontato all‘Ansa, “Zelensky è stato ospite ai festival di Cannes e Venezia, oltre che ai Golden Globes, e mi dispiace questo malanimo nei confronti di un uomo che si sta battendo con straordinario coraggio per salvare la libertà del proprio popolo da una pesantissima aggressione”.
Nonostante il suo intervento, sono però pochi quelli che appoggiano la sua idea, tra questi Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera di Fdi: “Penso possa essere un momento di grande coinvolgimento, di chiarificazione, di informazione, come sempre è stato per il Festival, penso sia un dato positivo“. Sempre a favore Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa:”È importante che gli italiani ascoltino la diretta testimonianza di chi sta guidando la resistenza alla brutale e immotivata aggressione russa“.
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