Intorno al caso dell’omicidio di Saman Abbas sorgono sempre più complicazioni. Questa volta spunta l’ipotesi agghiacciante della scarcerazione del padre della giovane pakistana accusato per la morte della figlia. Secondo l’accusa le prove a suo carico non sono ammissibili
Le premesse della giustizia italiana nel caso del delitto di Saman Abbas non sono delle più rosee. Sempre più flebili le speranze che la giovane pakistana ottenga giustizia. Il processo in Italia inizierà il 10 febbraio prossimo, ma ancora mancano le certezze che tutte le parti in causa saranno presenti o, peggio, se sarà possibile giudicarle in Italia.
Nel frattempo il nono rinvio dell’udienza al padre della 18enne è giunto. Shabbar Abbas, accusato per la morte della figlia Saman è al momento in attesa di giudizio a Islamabad. Il giudice pakistano si dovrà pronunciare sul rilascio su cauzione o estradizione e valutare le istanze presentate dal difensore.
L’ultima udienza dove lo stesso Shabbar era presente si è svolta ieri, 26 gennaio. In presenza anche il suo avvocato, il pubblico ministero e un funzionario dell’ambasciata italiana. Il padre di Saman dopo essere stato latitante per circa un anno e mezzo è stato arrestato lo scorso 15 novembre 2022. Oggi, si affaccia la possibilità che l’uomo potrebbe essere scarcerato poiché, secondo il suo legale, “non vi sono prove attendibili a suo carico”.
Shabbar Abbas, accusato di sequestro di persona, occultamento di cadavere e omicidio premeditato per la morte della figlia 18enne Saman ha lasciato l’Italia con la moglie Nazia Shaheen dopo la scomparsa della giovane avvenuta tra la notte del 30 aprile e il 1° maggio del 2021. Rinviati a giudizio insieme a lui anche la moglie Nazia, il fratello Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanoulaq.
Secondo l’avvocato pakistano di Shabbar, Akhtar Mehmood, come riporta il Giornale, ha detto: “gli atti emessi da altre corti dovrebbero essere prodotti in originale e non in copia”. Durante un’udienza il legale ha dichiarato riferendosi alla documentazione degli inquirenti italiani contro l’accusa: “Non sono prove affidabili e ammissibili”. All’Ansa, il difensore di Abbas aveva affermato che “non ci sono prove che colleghino l’imputato con il crimine. Tutte le prove fornite dall’accusa sono basate su dicerie, che non hanno valore di fronte alla legge”.
Nel frattempo il padre di Saman ha rifiutato di avvalersi di un avvocato offerto dall’Italia, molto probabilmente nella speranza dell’estradizione. Ora la preoccupazione su una possibile scarcerazione dell’uomo è elevata. Shabbar potrebbe essere infatti rilasciato su cauzione. La moglie e madre della 18enne è ancora latitante e molto probabilmente non sarà mai incriminata in Pakistan.
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