Liliana Segre aveva denunciato a dicembre che le fossero arrivati numerosi messaggi sui social a sfondo razziale e antisemita. Dalle indagini seguite dai carabinieri, 20 persone risultano al momento denunciate. Tra gli haters, impiegati, medici e anche un nome famoso.
La senatrice a vita Liliana Segre aveva denunciato gli haters che tempo fa le inviavano messaggi antisemiti sui social. I carabinieri della Sezione Indagini Telematiche del Nucleo Investigativo hanno scoperto gli autori dei messaggi discriminatori.
Venti denunciati a piede libero accusati del reato di diffamazione a mezzo web con l’aggravante della discriminazione etnica, razziale o religiosa. Gli insulti antisemiti alla senatrice Liliana Segre erano comparsi sui social tra l’ottobre e il dicembre 2022.
Liliana Segre, 20 persone accusate di diffamazione a mezzo web
I messaggi arrivati alla senatrice a vita Segre sul web non avevano carattere minatorio ma erano tutti diffamatori. Il contenuto degli insulti spaziavano dall’argomento vaccini o in modo più esplicito su messaggi antisemiti. Lo scorso 6 dicembre 2022 era stata la stessa Liliana Segre a denunciare gli haters presso il comando dei carabinieri di via Moscova. Tutti nomi segnalati ai pubblici ministeri milanesi titolari dell’inchiesta che ora dovranno decidere chi iscrivere nel registro degli indagati per il reato ipotizzato.
Tra i tanti post comparsi sui social network anche quelli di Chef Rubio. Gli inquirenti coordinati dal pm Nicola Rossato, hanno indirizzato le indagini sui profili in gran parte anonimi, incrociando, come riporta Repubblica, i dati anagrafici con quelli forniti dai provider e i precedenti negli archivi. Tra i venti denunciati compaiono anche tre donne: un’impiegata, un’infermiera e una disoccupata. L’età delle haters in questione è compresa tra 21 e 74 anni. Mentre dei venti indagati, quattro vivono in Calabria, tre in Veneto, altri Piemonte e nel Lazio, uno in Lombardia.
Spuntano anche nomi di impiegati, assicuratori, rappresentanti di commercio ma anche due medici, di cui un oncologo. Dei venti nessuno appartiene a sigle eversive o terroristiche, solo un profilo risulta appartenere all’estrema destra. Si tratta di un 47enne di Pietrasanta già noto alle forze dell’ordine per aver fatto il saluto romano durante una manifestazione nel 2014 e per questo denunciato.