La presidente del Consiglio Giorgia Maloni ha pubblicato sul sito del governo un messaggio sulla Shoah in occasione dell’anniversario della liberazione di Auschwitz
Era il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivano vicino alla città polacca di Auschwitz e scoprirono il campo di concentramento nazista.
Un campo di concentramento e sterminio, come raccontano le cronache, in cui i soldati russi trovarono i circa 7.000 prigionieri che erano stati lasciati nel campo dai tedeschi che si erano dati alla fuga. Tra questi, molti erano bambini e una cinquantina aveva meno di otto anni
Secondo i dati dell’US Holocaust Memorial Museum, in tutto i soldati delle SS uccisero circa 960mila ebrei. Accanto a questi, 74mila polacchi, 21mila rom, 15mila prigionieri di guerra sovietici e 10mila persone di altre nazionalità. Un dato che però contraddice quanto sancito dal processo di Norimberga, i cui documenti parlano di 5.700.000 morti. Sono molti, come ogni anno, gli appuntamenti legati alla Giornata della memoria, anche magistralmente raccontata da Primo Levi nell’incipit de La tregua. Incontri, dibattiti nelle scuole e tante occasioni di ricordo. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella partecipa alla Celebrazione del “Giorno della Memoria”. Perché l’orrore non può – e non deve – essere dimenticato.
Liberazione di Auschwitz, Giorgia Meloni “la memoria è come un giardino. Va curata”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto pubblicato sul sito del governo un messaggio sulla Shoah “Con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto con i suoi occhi l’orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico. Oggi l’Italia rende omaggio alle vittime, si stringe ai loro cari, onora il coraggio di tutti i giusti che hanno rischiato o perso la loro vita per salvarne altre e si inchina ai sopravvissuti per l’instancabile servizio di testimonianza che portano avanti“, ha scritto la premier. Per il capo del Governo “si è trattato di un male che ha toccato in profondità anche la nostra Nazione con l’infamia delle leggi razziali del 1938. È nostro dovere fare in modo che la memoria di quei fatti e di ciò che è successo non si riduca ad un mero esercizio di stile perché, come ha recentemente ricordato Ferruccio De Bortoli dalle colonne del Corriere della Sera, “la memoria è come un giardino. Va curata. Altrimenti si ricoprirà di erbacce. E i fiori dei giusti scompariranno. Divorati”